Chiaroscuro

Gli spedizionieri: “Boom di traffici dopo il Covid, ma ancora danni per le autostrade indegne”

Botta (Spediporto): "Grande fermento da parte di tutti i settori". Ma sul fronte dei ristori è tutto fermo: "Il ministero non ci ha più convocato"

Generico ottobre 2021

Genova. La ripresa economica c’è ed è tangibile, ma ancora una volta a rovinare la festa è la situazione delle autostrade che continua a far accumulare perdite e “inquina” quello che potrebbe essere un momento straordinariamente favorevole dal punto di vista dei traffici. L’analisi arriva da Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto, che fa il punto sulla situazione quando ormai l’estate è archiviata.

“Il lavoro è cresciuto in maniera importante – spiega Botta -. C’è ottimismo, c’è fermento, le imprese hanno ricominciato già da diversi mesi a fare import-export. Questo è molto incoraggiante e dovrebbe concretizzarsi in importanti investimenti nel nostro comparto come anche negli altri”. La ripresa è trasversale: “In questo momento tutti i settori stanno facendo tanto, dall’agroalimentare alle commodity alle materie prime si sta recuperando il terreno perduto nei mesi passati quando c’è stata difficoltà approvvigionamento. C’è una rincorsa importante alla produzione e alla distribuzione, ormai i porti ricevono merce che andrà in vendita sotto Natale con la necessità di soddisfare le attese dei clienti. Il mercato si aspetta un forte incremento dei consumi”.

A fronte di tutto questo, si continua a fare i conti con un disastro infrastrutturale tuttora in corso: “Quella delle autostrade rimane una delle situazioni più indegne di questo Paese, frutto di decenni di abbandono e mancati controlli. Spero che la magistratura dal 15 ottobre cominci ad accertare in maniera puntuale e decisa quello che è successo”, prosegue Botta facendo riferimento al processo per il crollo del ponte Morandi e alle conseguenze indirette di quell’evento che ha innescato una spasmodica corsa a recuperare le manutenzioni mai eseguite.

I danni quantificati per il settore delle spedizioni – tra ritardi, penali e mancate consegne – ammontano a 300 milioni solo per il primo anno di emergenza viabilità. “Ma la cifra è cresciuta e sta crescendo”, ammonisce Botta. E sul fronte dei ristori “preoccupa che la politica ormai abbia preso le distanze da questa situazione. Il ministero dei Trasporti è sparito, non ci ha più convocato. Ci saremmo aspettati una risposta diversa. A livello locale tutto quello che si poteva fare è stato fatto”.

Ai danni causati dalle autostrade si aggiungono le vecchie magagne del porto di Genova: in questi giorni è cresciuta la rabbia degli autotrasportatori costretti a lunghe attese per scaricare, un problema generato in particolare dal terminal Sech che ha faticato ad assorbire l’enorme flusso di merci destinate alle navi in partenza. “I caricatori sono abituati a modelli organizzativi che tendono a far partire i camion tutti negli stessi orari – commenta Botta -. L’industria dovrebbe avvicinarsi di più alle necessità della logistica, se ci fosse una distribuzione diversa si eviterebbero gli ingorghi. Ma sono cattive abitudini difficili da cambiare, richiedono un’azione congiunta e spesso a questi tavoli gli interessati non partecipano nemmeno”.

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