Genova. “Qui viviamo in una zona franca, in una terra senza regole, attrattiva per chiunque voglia venire la notte a dar libero sfogo a qualsiasi eccesso, anche per una parte dei gestori di bar, chupiterie, kebabberie, spazi comuni, che non rispettano più nulla di quanto sarebbe loro prescritto”. A parlare sono i residenti riuniti nel comitato Vivere il centro storico che, dopo aver raccolto tante altre immagini e video delle follie delle ultime notti, con il ritorno della movida dalle riviere alla città, chiedono un intervento più forte a istituzioni e forze dell’ordine.
“Nessuno interviene, di chi è preposto a mantenere l’ordine pubblico, sebbene chiamato più volte dai residenti. Così, oltre al danno, gli abitanti subiscono la beffa di veder perpetrare sotto le proprie finestre l’infrazione di ogni legge senza ricevere alcuna tutela da parte delle istituzioni”, si legge in una nota.
I residenti denunciano schiamazzi, colpi alle saracinesche, cori notturni, frastuono, fino alle tre di notte dalle centinaia di ragazzi seduti nei dehors dei locali o che si spostano da un locale all’altro, indisturbati col bicchiere in mano, nonostante l’ordinanza del sindaco che vieta di consumare o detenere alcol al di fuori di locali e dehors dopo la mezzanotte.
Le richieste del comitato sono sempre le stesse, difficilmente conciliabili con il tessuto commerciale (anche quello sano), ovvero la chiusura anticipata dei locali e lo spostamento della movida in spazi più aperti (ricorderete l’idea di Bucci relativa al porto antico).
Riportiamo il documento, per punti, del comitato Vivere il centro storico:
1) UN’ORDINANZA INEFFICACE E NON RISPETTATA
La tanto sbandierata ordinanza di divieto di consumo di alcool per strada dopo la mezzanotte (orario che invano le Associazioni dei residenti avevano chiesto almeno di anticipare) è stata prorogata, ma molti i locali che non la rispettano e troppi i ragazzi che continuano a bere indisturbati per strada fino a notte fonda, in assenza di controlli e tantomeno di sanzioni. Si tratta dell’ennesima beffa per i residenti.
2) LA POLIZIA LOCALE DI FATTO INEFFICACE
Alle richieste telefoniche di intervento, la polizia locale di fatto non riesce a dar seguito, dichiarando che, avendo poche unità disponibili, non hanno la possibilità di intervenire nei confronti degli assembramenti di centinaia di persone, oppure dichiarando di avere fantomatiche pattuglie sul posto che però non si vedono o che , comunque, non agiscono. A fronte di questa situazione, del tutto sconfortante, molti residenti dichiarano di non chiamare più “per non farsi dell’ulteriore nervoso”. Forse questo era il vero obiettivo dell’Amministrazione? Troppe volte i residenti hanno dovuto constatare che gli agenti della polizia locale, qualora presenti, non possono che assistere a debita distanza a quanto succede: esattamente quel che accadeva anche all’epoca in cui sarebbe stato in vigore l’obbligo di mascherine anche all’aperto, che comunque tuttora non vengono indossate neppure al chiuso negli spaventosi assembramenti della movida. Non hanno certo dimenticato le lesioni subite da alcuni di loro, aggrediti quest’estate dai ragazzi della movida.
3) LA RIAPERTURA IMMEDIATA DI CHUPITERIE E LOCALI PARTICOLARMENTE MOLESTI OGGETTO DI ORDINANZE DI CHIUSURA
Anche le ordinanze di chiusura di alcuni locali particolarmente molesti, tanto sbandierate dall’Amministrazione si sono rivelate fallimentari. Il Tar ha accolto i ricorsi dei gestori, mettendo in rilievo come i provvedimenti fossero male impostati e quindi ancora una volta evidenziando la totale inadeguatezza di chi dovrebbe tutelare i cittadini che subiscono il danno.
4) IL DANNO ALLA SALUTE E’ PERDURANTE, COME ATTESTATO DAI RILIEVI FONOMETRICI RIPETUTI NEL TEMPO
Il danno alla salute dei residenti, che risultano sottoposti a livelli di rumore notturno equivalenti a quelli “sul bordo di un’autostrada” e ultimamente addirittura a quelli di una “zona industriale”, continua a perdurare, come attestato anche dai più recenti rilevamenti fatti dai vigili dell’ambiente nel corso di quest’estate, su mandato dell’Amministrazione stessa.
5) UN’AMMINISTRAZIONE INADEGUATA A FERMARE IL DEGRADO E CHE NON TUTELA GLI ABITANTI
I residenti, le cui Associazioni e Comitati si sono spesi nel proporre soluzioni a cui l’Amministrazione non ha voluto dar seguito, ne hanno abbastanza di proclami e spot elettorali. Ne hanno abbastanza di sentir nominare il fantomatico “Piano Caruggi”, mentre la situazione è di totale abbandono al degrado. Degrado (di tutti i generi, a cominciare dalla sporcizia e dagli imbrattanti delle facciate, ma non solo) e invivibilità del Centro Storico che colpisce tutti e a tutti i livelli, sostenuto dalla manifesta incapacità di questa Amministrazione. Con un’Amministrazione che delega la complessità del Centro Storico a chi ha esperienza solo di limitanti logiche e interessi puramente commerciali, è evidente come la bilancia penda esclusivamente a favore degli interessi economici degli esercenti senza trovare il giusto punto di equilibrio con i legittimi interessi dei residenti. Così, di fronte allo sfacelo indotto, l’Amministrazione continua a rifiutare di fare un passo indietro, modificando l’orario di chiusura alle 3 tutte le notti, sette giorni su sette, con la conseguente presenza di gente schiamazzante per strada almeno fino alle quattro del mattino.