Genova. Canne da pesca, secchi e ami gettati nella fontana di piazza De Ferrari. E’ la protesta dei pescatori genovesi andata in scena questa mattina per denunciare la mancanza di spazi e i nuovi divieti che hanno metto in grave difficoltà società che tesserano gli appassionati, che arrivano anche dal nord Italia e tutto l’indotto.

Alla base delle proteste la mancanza di spazi dedicati a questa attività, che nel capoluogo ligure ha sempre goduto di una grandissima e tradizionale popolarità. Negli ultimi anni però le cose sono cambiate, con gli accessi ai moli sempre più contingentati e cancellati, mettendo a rischio un settore dall’indotto robusto per la nostra regione. Il colpo di grazia è arrivato con il Covid che ha portato a sospendere i servizi di battellaggio che sono poi ripresi solo in parte.

La ciliegina sulla torta è arrivata con la disdetta da parte di Adsp per la prima gara del campionato nazionale, che doveva svolgersi a Genova a fine settembre: “Una rinuncia che sicuramente non ha fatto fare una bella figura alla città presso il Coni e presso la Fipsas (Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee) – spiega in diretta a Genova24 Gianfranco Debilio, tesserato e titolare di un negozio di pesca del ponente genovese, tra gli animatori della protesta – per la prima volta nella storia di questa competizione la nostra città non sarà sede di campionato. Ovviamente la “nostra” tappa è stata accaparrata in poche ore da altre città, meno blasonate ma più capaci nell’organizzarsi. Ed è probabile che la perderemo per lungo tempo”.

“Si tratta di una passione che coinvolge un numero molto ampio di persone – spiega ancora Debilio – e che è importante anche per i nostri anziani che durante la pandemia hanno perso tanti parenti e amici e per i quali il molo è grande elemento di socialità”.

E se l’età media è piuttosto elevata a guardare bene tra canne puntate verso la fontana si trova anche qualche giovane: “E’ un momento per stare con se stessi” racconta il ragazzo a Genova24. Non mi ha insegnato nessuno a pescare a differenza di tanti che magari hanno imparato con il papà o il nonno, ma probabilmente era una passione che avevo dentro”. Tra le canne da pesca compaiono anche gli striscioni “Permessi pagati pesci mai pescati” e “Vogliamo tornare sulla diga“.

Dopo la pesca nella fontana i pescatori, circa 200 in piazza questa mattina, daranno vita a un piccolo corteo attraverso via San Lorenzo e fino al porto Antico.

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