Di nuovo

Dall’8 novembre nuovo sciopero al terminal Psa di Pra’, rischio paralisi totale per i camion

I sindacati: "Speriamo di trovare la quadra con l'azienda". Trasportounito: "Protesta inammissibile, perdite già insostenibili". Spediporto: "Compromessa l'immagine del porto di Genova"

Secondo giorno di caso al Terminal Psa di Pra'

Genova. Riprenderà lunedì 8 novembre lo sciopero a singhiozzo dei lavoratori del terminal Psa di Genova Pra’, a meno che gli incontri previsti a Palazzo San Giorgio non sortiscano gli effetti sperati. Ma, se così non fosse, ecco riapparire i fantasmi del caos vissuto a partire dall’11 ottobre, quando il blocco parziale delle operazioni in porto aveva prodotto lunghe code di mezzi pesanti, assembramenti di autisti e perciò, come reazione a catena, la protesta spontanea dei camionisti esasperati dalle ore di attesa senza servizi a disposizione. Il tutto a ridosso dell’entrata in vigore del green pass obbligatorio che già surriscaldava gli animi, anche se per altri motivi.

Ed è per questo che ancora una volta le aziende dell’autotrasporto hanno lanciato l’allarme scrivendo venerdì al prefetto Renato Franceschelli, al presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini e al governatore Giovanni Toti per chiedere l’avvio preventivo di una procedura di raffreddamento. “La nuova dichiarazione di sciopero sta preoccupando moltissimo le nostre imprese – tuonava Giuseppe Tagnochetti, coordinatore ligure di Trasportounito -. Non sono più sostenibili le perdite di produttività e le ripercussioni operative e sociali che nella settimana dall’11 al 15 ottobre sono state scaricate sulle imprese di autotrasporto e, considerati gli importanti volumi di traffico persi, sull’intera comunità portuale”.

Uno sciopero “inammissibile”, prosegue Trasportounito, “perché genererebbe sicuramente le conseguenze già vissute poche settimane fa, per ragioni evidenti: 1.600 camion al giorno che il terminal scarica e carica ordinariamente nell’arco di 14 ore operative dovrebbero essere gestiti, togliendo le ore di sciopero, in 7 ore. La forma di sciopero è evidentemente organizzata per generare il blocco già nel pomeriggio del lunedì 8 novembre tra le 15.00 e le 17.00 quando l’ufficio merci del terminal sarà costretto a chiudere perché il flusso dei camion nelle poche ore operative rimanenti nel corso della giornata non potrà essere gestito”.

Lo sciopero è stato dichiarato dall’8 al 14 novembre con le stesse modalità del precedente: prima e ultima ora del primo e del quarto turno. La trattativa nel frattempo non ha registrato alcun passo avanti, ma la speranza è proprio che il tempo a disposizione sia sufficiente a scongiurare un nuovo blocco. “La convocazione è arrivata in maniera postdatata – spiega Francesco Bottiglieri, segretario regionale della Fit Cisl Liguria con delega alla portualità – in modo da cercare di riaprire la discussione con l’azienda e far saltare lo sciopero una volta trovata la quadra. Ovviamente non vogliamo caricare scioperi su problematiche già in essere, come il green pass“. Anche Enrico Poggi, segretario generale della Filt Cgil Genova, è possibilista: “Sabato pomeriggio l’azienda con un’e-mail ha chiesto la procedura di raffreddamento e sono stati dati 20 giorni di preavviso. A breve inizieranno gli incontri, poi dipenderà da cosa ci diranno”.

La vertenza riguarda ancora il rinnovo del contratto integrativo, fermo da cinque anni. “Non è un problema economico ma non si trova la quadra con l’azienda su alcuni accordi da rivedere, ad esempio per quanto riguarda i tempi di guida sui mezzi gommati”, prosegue ancora Bottiglieri. L’azienda, secondo quanto spiegava la Rsu già una settimana fa, chiederebbe aumenti di orario di lavoro ai dipendenti e un aumento delle ore di guida sui mezzi senza voler corrispondere l’incremento salariale corrispondente. Al momento non è ancora stato convocato il primo incontro in Autorità portuale.

Grande preoccupazione anche da parte di Spediporto: “Non conosce tregua la protesta nel porto di Genova – scrive il direttore generale dell’associazione degli spedizionieri, Giampaolo Botta -. Dopo settimane di duro confronto sindacale a Pra’, e sociale sul tema green pass e no-vax, le banchine genovesi si preparano ad altre settimane di intenso confronto. Si inizia il 25 e 26 ottobre con la protesta di Usb contro il green pass per poi passare ad una nuova tappa della vertenza tra Rsu e Psa di Pra’ con un nuovo sciopero a singhiozzo. Che dire: non riusciamo a dare continuità operativa al nostro scalo che ora rischia concretamente di compromettere la propria immagine a livello internazionale e nazionale. Incertezza uguale costi uguale crollo di credibilità”.

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