Posizione

Covid, Bassetti: “Lockdown per non vaccinati? Sì, in caso di un aumento importante dei ricoveri”

Il primario del San Martino: “Potrebbe valere non per il lavoro, ma per le attività ludiche come ristoranti, bar, cinema, stadi"

bassetti

Genova. “E’ evidente che un lockdown per i non vaccinati, nel momento in cui si raggiungesse un livello di saturazione dei posti letto in ospedale, potrebbe essere una soluzione”. Così come il governatore Toti, anche Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova, è d’accordo con l’idea dell’Austria di un possibile lockdown per i non vaccinati, ma solo in alcuni casi.

“Potrebbe valere non per il lavoro, ma per le attività ludiche come ristoranti, bar, cinema, stadi – specifica il virologo ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus – Nel momento in cui le cose non dovessero andare, anziché chiudere per tutti, sarei favorevole a chiudere certe attività solo per i non vaccinati, questo contribuirebbe anche a far aumentare il numero di vaccinati”.

“Da medico non posso non pensare che si debba arrivare ad una vaccinazione universale, il modo in cui arrivarci spetta alla politica individuarlo – aggiunge – Dispiace che ci siano tante persone che non hanno capito che il vaccino è l’unico modo per metterci al sicuro completamente. Guardate cosa sta succedendo nei Paesi dell’est Europa, dove c’è un atteggiamento contrario ai vaccini, mi chiamano colleghi disperati per quello che sta succedendo”.

E a proposito dell’estero, Bassetti commenta la situazione in Gran Bretagna, dove si sta assistendo ad un forte aumento dei contagi, paragonando la strategia scelta da Johnson a quella di Draghi. “I politici hanno passato un’estate intera a dibattere su vaccini free vax, no vax, sì vax, un errore che gli italiani hanno compreso e alcuni risultati elettorali hanno fatto capire a chi non si era schierato a favore dei vaccini che quella era una strada sbagliata – afferma -. Quando si sbaglia è giusto riparare e soprattutto vedere che la strategia italiana, da Draghi-Figliuolo in poi, l’Europa la sta vedendo come un esempio. Se prima l’esempio era la Gran Bretagna, adesso è l’Italia. Di questo sono orgoglioso e bisognerebbe che tutte le forze politiche ne siano orgogliose, il fatto che non ne parlino più vuol dire che forse hanno capito”.

Credo che l’Italia non abbia commesso errori sulla campagna vaccinale – prosegue-, qualcosa forse si poteva far meglio sulla comunicazione, soprattutto all’inizio, ma dipendeva dal fatto che avevamo pochi dati. Però poi è stata una grandissima cavalcata che non si è mai fermata. Chi non ha avvertito un cambio di passo tra Arcuri e Figliuolo è perché non l’ha voluto avvertire, è stato un cambio di passo repentino, una vera e propria cavalcata. Figliuolo non ha mancato un hub, è andato in ogni Regione, in ogni città, ad inaugurare gli hub e a vedere se le cose funzionavano. Ha fatto un lavoro eccellente e bisogna che tutti glielo riconosciamo. Sono un grande estimatore del generale Figliuolo”.

Durante l’intervista Bassetti si sofferma anche sul vaccino monodose Johnson&Johnson, dopo l’esito di alcuni studi secondo cui il siero sembrerebbe avere minore efficacia dopo due mesi dall’iniezione ed è quindi necessaria una seconda dose con vaccino a Mrna. “Bisogna avere i nervi saldi, non farsi prendere dal panico – dice il primario del San Martino – I dati non arrivano da studi pubblicati, sono comunicazioni arrivate da J&J. Io credo che chi ha fatto J&J farebbe bene a fare una seconda dose che corrisponde alla terza di tutti gli altri. Se io avessi fatto J&J oggi mi farei un vaccino a Mrna entro dicembre. Credo che la vaccinazione eterologa provochi una migliore risposta”.

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