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Corsie ciclabili “da pazzi”, Comune e Fiab replicano a Striscia la notizia: “Un mare di inesattezze”

Secondo l'esperto "non sono a norma e sono pericolose", eppure sono previste dal codice della strada. Proviamo a fare chiarezza

corsie ciclabili genova servizio striscia

Genova. “Un mare di inesattezze“, sbotta l’assessore Matteo Campora. “Un mucchio di castronerie per alimentare una polemica stupida“, sottolinea il presidente genovese della Fiab, Romolo Solari. Reazioni nettissime quelle provocate dall’impietoso servizio che Striscia la Notizia ha dedicato alle corsie ciclabili realizzate dal Comune di Genova, definite “folli” e “pericolose” dall’inviata Chiara Squaglia che per la verità ha riservato lo stesso trattamento ad altre città italiane dove sono state applicate le nuove norme del codice della strada introdotte per incentivare la mobilità sostenibile in emergenza Covid.

In effetti nel video del telegiornale satirico di Mediaset sono molte le questioni che non tornano. A cominciare dall’affermazione secondo cui “le piste ciclabili non sono normate e quindi non si possono fare“, come sostiene Enrico Bonizzoli, intervistato come “esperto di sicurezza stradale”, più precisamente titolare di una società privata di progettazione e consulenza in tema di mobilità, la Beyond di Milano.

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In realtà la corsia ciclabile, o bike lanedal 2020 è prevista dal codice della strada ed è definita come “porzione longitudinale della carreggiata, destinata alla circolazione sulle strade dei velocipedi e che può essere impiegata per brevi tratti, anche da altri veicoli se le dimensioni della carreggiata non consentono la circolazione esclusivamente ciclabile”. Non va confusa con la pista ciclabile su corsia riservata, identificata con segnaletica differente e ad uso esclusivo dei velocipedi, larga almeno un metro e mezzo: è quella che vediamo ed esempio in corso Italia e in corso Marconi.

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Da questa differente funzione derivano i diversi colori (bianco, giallo e rosso) sbeffeggiati dall’inviata di Striscia. “Sono tutti a norma – spiega Romolo Solari della Fiab -. Dove c’è la striscia gialla si tratta di pista ciclabile in corsia riservata, altrimenti parliamo di corsia ciclabile. Quando c’è la linea tratteggiata significa che può essere valicata, per esempio se accanto c’è un parcheggio“. E il fondo rosso che secondo Bonizzoli sarebbe addirittura vietato dal codice della strada? “È raccomandato da una circolare ministeriale specialmente per le intersezioni – prosegue Solari -. A Genova poi si è deciso di estenderlo a tutte le corsie ciclabili. Peraltro è prevista anche una codifica per questo tipo di vernice, che è antiscivolo”.

Al via la tracciatura della pista ciclabile in Valpolcevera, passerà sotto il nuovo ponte

E dove ci sono i pittogrammi disegnati sull’asfalto, come in via Buranello a Sampierdarena, inquadrata dalle telecamere di Striscia? “Lì non c’è niente, non è una corsia ciclabile, è solo un’indicazione di direzione“, spiega Solari. Per parlare propriamente di “corsia” serve una delimitazione con linea continua o tratteggiata. In alcuni tratti della Valbisagno, dove manca lo spazio per una vera bike lane, si trova una striscia rossa non delimitata da righe bianche: anche in questo caso, pur con una segnaletica diversa, si tratta di una semplice “guida” per facilitare i ciclisti a seguire il percorso. Dove c’è il limite dei 30 km/h oltre alle bici disegnate per terra si parla di strada urbana ciclabile: qui i velocipedi hanno la priorità sugli altri veicoli.

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Altra questione: l’inviata Chiara Squaglia vuole dimostrare che le corsie ciclabili sarebbero troppo strette tanto da costringere gli utenti a fare acrobazie per restare in equilibrio. “La misura non è normata dal codice della strada – osserva Solari della Fiab – e quindi i massimi esperti nazionali promossi dalla nostra associazione hanno preparato un manuale, adottato anche dal Comune di Genova, in cui viene indicata la larghezza minima”. Per chi volesse saperne di più, qui si può leggere la guida all’uso della bicicletta in città preparata da Tursi insieme alla Fiab.

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Su un solo punto la Fiab condivide le perplessità evidenziate da Striscia la Notizia: la svolta tra via Canepari e via Jori all’altezza del castello Foltzer, dove la corsia ciclabile passa improvvisamente da sinistra a destra. “È una problematica che abbiamo evidenziato anche noi – conferma Solari -. Più il ciclista lo fai spostare da sinistra a destra più è difficile che segua quel percorso e maggiori saranno i problemi di sicurezza. In quella strada la corsia è stata tracciata a sinistra perché sulla destra si prevede una corsia riservata al trasporto pubblico, secondo noi era meglio il contrario. Certo, sarebbe necessario anzitutto reprimere la sosta selvaggia e gli eccessi di velocità”.

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