Genova. “Ritengo che le amministrazioni di Genova e La Spezia siano assai più solide di quella che si concluderà tra poco a Savona. Sono frutto della stessa maggioranza politica ma hanno una maggiore coesione e capacità propositiva e realizzativa. Bucci gode di straordinaria e meritata popolarità. Penso che lo scenario sia totalmente diverso”.
Il presidente ligure Giovanni Toti guarda con ottimismo al futuro prossimo dopo i risultati elettorali che conducono a un ballottaggio sotto la Torretta, ma col candidato del centrosinistra Russo in vantaggio su Schirru chiamato dai suoi a raccogliere l’eredità di Caprioglio. Un’eredità complicata, come riconosce lo stesso Toti: “Paghiamo anni difficili, un’amministrazione che per molti aspetti non ha recepito le esigenze dei cittadini con la velocità che meritavano, dovremo fare di più e di meglio”.
La preoccupazione non è per Genova e La Spezia e nemmeno per Savona o Ameglia, il suo comune di residenza (che è anche quello del fedelissimo assessore Giacomo Giampedrone) consegnato al centrosinistra per la spaccatura della coalizione, ma per la tenuta del centrodestra a livello nazionale: “Spetta anche al centrodestra nelle prossime settimane fare analisi perché, con tutto il rispetto per Savona e Ameglia, i segnali di Milano e Napoli e una debolezza complessiva a livello italiano credo meritino una riflessione più profonda”.
Una riflessione “sul perché abbiamo inseguito l’antiscienza più che la scienza, i no vax più che l’obbligo di vaccino, per quale ragione abbiamo talvolta sottolineato più le differenze sulla politica economica di Draghi che non le nostre affinità”, aveva detto ieri a caldo il governatore. Credo che in questi ultimi mesi e settimane il centrodestra abbia perso quella profonda sintonia con il paese che pure lo aveva contraddistinto nell’epoca del disagio, del tumulto sociale. Non ha saputo rapidamente indossare una maglia di governo, mettersi la maglia della crescita, della pacatezza, dell’equilibrio e della rassicurazione: tutti sentimenti che il Paese oggi richiede e per cui ha dato a Draghi una fiducia gigantesca come nessun altro governo negli ultimi anni”.
Secondo Toti, insomma, la rivincita del centrosinistra alle amministrative è dovuta al fatto che “il centrodestra gli ha lasciato la suggestione di un partito della stabilità che appoggia Draghi”. Anzi: “La coalizione Brancaleone che vuole Enrico Letta è qualcosa che non coincide coi gusti degli italiani – ha aggiunto oggi a TgCom24 -. Mettere insieme il Pd ostaggio dei 5 Stelle con tutte le loro discrasie interne e incongruenze e un pezzo della sinistra estrema con una visione statalista non credo sia il partito della spinta economica che Draghi vuole dare al Paese”, ha concluso.