Genova. L’aria Vesti la giubba (da tanti conosciuta come Ridi, Pagliaccio) cantata da Fabio Sartori vale da sola il prezzo del biglietto. Commovente. Il cast di Pagliacci, parte del dittico che ha inaugurato la nuova stagione operistica del Teatro Carlo Felice, si è dimostrato all’altezza della situazione: Serena Gamberoni (Nedda), Sebastian Catana (Tonio), Marcello Rosiello (Silvio) e Matteo Falcier (Peppe) hanno ricevuto applausi calorosissimi. Voci preziose e convincenti in tutte le sfumature.
Il coraggiosa che abbiamo usato nel titolo è dedicato alla prima parte del dittico e all’allestimento di Pagliacci.
Sull’essere angeli è quanto meno di tradizionale ci si possa attendere per una prima di stagione e fa bene il Carlo Felice a osare questo tipo di proposte. Mario Caroli al flauto e Claudia Catarzi, danzatrice, sul palco: il bianco e nero, le pose e gli oggetti sul palco (una sedia, uno specchio, lenzuola bianche) rievocano le fotografie di Francesca Woodman, morta suicida a poco più di 20 anni, intitolate ‘Sii un angelo’ (vi consigliamo di approfondire, basta cercare su Internet per avere idea delle foto e di come siano state fedelmente riprodotte in movimento). Non aspettatevi una melodia da ricordare. La composizione di Francesco Filidei, presente a Genova anche durante la prove, è “scomoda”, a volte disturbante e si avvicina a sonorità contemporanee pur eseguite dall’orchestra.
Menzione speciale per Claudia Catarzi, splendida nel dare corpo e vita a quelle immagini nell’azzeccata coreografia e regia di Virgilio Sieni. Una performance che mozza il fiato, anche se l’opera stessa parla di respiro e il suono dell’aria ricorre, muovendo le grosse tende bianche che fanno da sfondo sulla scena.
L’allestimento di Pagliacci (regia, scene e luci di Cristian Taraborrelli), invece, è un esperimento di realtà aumentata riuscito in parte, a nostro parere. Apprezzabile iniziare con una scenografia vera per poi virare via via sul digitale. Splendide le sovrapposizioni video alle spalle e anche davanti ai cantanti. Nelle parti più sperimentali, invece, era inevitabile ridurre il palco a uno sfondo verde per proiettare in diretta sullo schermo sovrastante i cantanti nello sfondo creato artificialmente. Succede così anche nei film, ma nei film il problema della latenza non esiste. Dal vivo, invece, quei pochi decimi di secondo di ritardo tra l’emissione vocale e dei movimenti e ciò che viene riprodotto dallo schermo, creava un effetto sfasato che ci ha impedito di godere appieno della proiezione. Un intoppo che non si vedrà nella riproduzione televisiva targata Rai, presente per riprendere il tutto e che sarebbe risolvibile anche a teatro con la tecnologia 5G.
Brillanti e colorati i costumi di Angela Buscemi. Buona la direzione di Andriy Yurkevich.
Un “plus” sia la scelta di utilizzare un gruppo di artisti circensi e le loro abilità sia quella di mettere il coro e il coro delle voci bianche in platea riportandoli, in effetti, al ruolo di pubblico dello spettacolo che hanno effettivamente in Pagliacci.