Genova. Sono stati tutti assolti gli imputati nel processo sugli appalti assegnati da Amiu (la società partecipata che si occupa della gestione dei rifiuti) alla Switch (azienda che si occupava della raccolta differenziata).
L’inchiesta aveva coinvolto dipendenti ed ex funzionari di Amiu ma anche forze dell’ordine che, secondo l’accusa, avrebbero beneficiato della gestione disinvolta della raccolta. In alcuni casi gli imputati sono stati prosciolti per intervenuta prescrizione, in altri casi per non avere commesso il fatto e perché il fatto non costituisce reato.
A processo erano finiti i vertici di allora: Corrado Grondona, direttore degli Affari Legali di Amiu; Massimo Bizzi, direttore della Raccolta; Tonito Magnasco, capo dell’impianto di Sardorella; Claudio Angelosanto, responsabile della Volpara; Roberta Malatesta, dirigente dell’ufficio tecnico-amministrativo.
E poi amministratore delegato Switch, Maurizio Dufour, il suo socio Roberto Curati e il dipendente Stefano Ionadi.
Gli altri imputati (difesi tra gli altri dagli avvocati Chiara Antola, Sabrina Franzone, Alessandro Sola, Nicola Scodnik, Luca Robustelli, Giuseppe Giacomini, Paolo Scovazzi, Paolo Costa e Aldo Nappi) assolti sono funzionari e dipendenti delle due aziende ma anche l’ex colonello Massimo Milli.
Secondo l’accusa, gli appalti per la raccolta dei rifiuti venivano affidati senza che la Switch ne avesse titolo e venivano simulati ritiri di ingombranti a domicilio con falsa documentazione per chiedere i rimborsi all’Amiu. Inoltre, venivano segnati quantitativi maggiori di rifiuti smaltiti per conto del Comune arrivando a effettuare smaltimenti gratuiti per enti pubblici istituzionali e forze di polizia, facendo poi figurare tali rifiuti come se fossero stati rinvenuti per strada incassando così l’addendum per la bonifica straordinaria, e poi il materiale veniva portato direttamente in discarica senza alcuna cernita e selezione
L’inchiesta, coordinata dai pm Paola Calleri e Francesco Cardona Albini, era partita nel novembre 2014, quando in carcere finì Corrado Grondona che avrebbe affidato appalti in cambio di serate con escort. Per quella inchiesta ci sono state condanne in primo grado ma nei giorni scorsi i giudici di appello hanno disposto una nuova perizia sui conti.