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Accordo Aspi, 1,5 miliardi in arrivo ma dal 1 gennaio tornano i pedaggi sul nodo genovese

Un accordo precedente parlava di gratuità fino al 2030. Terrile (Pd): “Sicuri sarà vantaggioso?”. Sì, secondo giunta e governo. Incognite anche sul tunnel subportuale e quello della Fontanabuona

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Genova. Quasi un miliardo e mezzo di euro in infrastrutture e ristori nell’ambito dell’accordo siglato di recente tra Aspi, Comune, Regione e Autorità portuale genovese come risarcimento al territorio per il crollo del Morandi, ma dal 1 gennaio 2022 sul nodo autostradale genovese si tornerà a pagare il pedaggio, nonostante un accordo precedente tra enti locali e Autostrade legato alla ricostruzione del Morandi parlasse di gratuità fino al 2031.

Il documento relativo al recente accordo questa mattina è stato portato dalla giunta comunale genovese in commissione consiliare. “Avremmo potuto farlo passare come una delibera di giunta ma abbiamo preferito condividerlo con il consiglio comunale”, ha detto l’assessore ai Lavori pubblici Pietro Piciocchi in avvio di discussione.

Da parte dell’opposizione però sono arrivate subito numerose critiche, a partire dal fatto che il documento fosse stato messo a disposizione solo nella serata di ieri. “Come mai questa fretta? – si sono chiesti da Pd, M5s e Lista Crivello – come possiamo licenziare una pratica così importante in due ore e mezza di commissione?”. La giunta ha risposto che sui vari capitoli dell’accordo saranno messe in calendario, e al più presto, altre commissioni.

Alessandro Terrile, capogruppo Pd, è stato il primo a toccare alcuni possibili punti deboli dell’accordo con Aspi, punti che riguardano soprattutto il tema dei pedaggi. “Dal 1 gennaio si torna a pagare per viaggiare in autostrada a Genova e dintorni, nonostante i cantieri, e rispetto a quanto già pattuito Autostrade potrà tornare a incassare con dieci anni di anticipo — fa notare Terrile – si tratta di 132 milioni che di fatto pagheranno i genovesi e sarà il primo effetto dell’accordo”.

“Questo cambio di rotta è una precisa volontà del governo, che personalmente trovo ragionevole – replica l’assessore comunale ai Lavori pubblici e Bilancio Pietro Piciocchi – è stato ritenuto fosse una scelta più lungimirante prevedere un maggior numero di opere al posto di un prolungamento delle riduzioni tariffarie tenendo conto che si tratta di investimenti che il concessionario sosterrà con oneri propri e senza farli ricadere sui prossimi piani tariffari”.

Secondo l’esponente della giunta Bucci, inoltre “l’intesa tra Mims e Aspi di qualche giorno fa prevede comunque un piano di mitigazione sulle tariffe da 341 milioni nell’ambito del piano di investimenti sulla rete da 3,4 miliardi”. Piciocchi conclude sottolineando che l’accordo precedente, quello che prevedeva pedaggi gratis fino al 2031, prevedeva però “solo 150 milioni di euro per il territorio” se se escludono i contributi per la ricostruzione del viadotto Polcevera.

A distanza di qualche ora anche il commento del sindaco Marco Bucci, a margine della presentazione del Festival della Scienza: “La minoranza parla di soldi persi in pedaggi – afferma – chi ha la capacità di leggere i documenti alzi la mano, altrimenti glieli devo spiegare io, gli indennizzi sono riferiti ai disagi provocati dal crollo del ponte, non da quelli relativi cantieri autostradali”, afferma il sindaco. “Se qualcuno si diverte a intorbidire le acque per fare solo polemica strumentale, non è il nostro gioco. L’accordo è limpido e questa storia dei pedaggi è totalmente mistificata”, conclude.

Ma non è finita. Secondo Terrile è a rischio anche il pedaggio gratuito previsto per il tunnel subportuale tra San Benigno e il tunnel Casaccie, una delle grandi opere che Aspi dovrebbe pagare con parte dei 1455 milioni messi a disposizione: “Nell’accordo c’è scritto che il tunnel sarà gratuito, ma gestito da Aspi e che se non basteranno i 700 milioni previsti la parte eccedente dovrà essere soggetta a remunerazione tariffaria”.

L’opera del tunnel subportuale, inoltre, nell’ambito dell’accordo è legata a doppia corda a quella del tunnel della Fontanabuona, per una cifra complessiva di 930 milioni. Anche quell’infrastruttura sarebbe realizzata e gestita da Autostrade, con le stesse clausole. L’opposizione dubita che i soldi possano bastare a costruire entrambe le opere a meno che non arrivino ulteriori finanziamenti dallo Stato.

Nel documento di accordo presentato in commissione l’orizzonte temporale delle opere non è immediato. Per vedere ultimati due tunnel, subportuale e Valfontanabuona, naturalmente, bisognerà attendere almeno fino alla fine del 2029. Potrebbe essere sufficiente la fine del 2023 invece per il nuovo casello di Pegli sulla A10, l’autoparco per i mezzi pesanti e il raddoppio della Guido Rossa all’altezza dello svincolo di Aeroporto.

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