Genova. Il giorno dopo l’entrata in vigore delle norme del governo che impongono il green pass per lavoro a Genova le proteste non si fermano e, anche se hanno avuto una ricaduta tutto sommato limitata sulla vita cittadina, la tensione resta alta ai varchi portuali dove i blocchi – in particolare a varco Etiopia e varco Albertazzi – non si sono mai conclusi.
Non solo, sembra sempre più forte il legame tra la protesta portuale e quella del comitato Libera Piazza.
Alcuni lavoratori delle banchine, infatti, si sono presentati a De Ferrari dove c’erano come ogni sabato centinaia (forse anche più di mille) no green pass e no vax e li hanno accompagnati durante il corteo per le vie del centro.
Intanto, restano a Sampierdarena centinaia di camion ad attendere fermi in coda, praticamente parcheggiati da ore e ore, in lungomare Canepa. Circa un chilometro di serpentone di mezzi pesanti visto che i manifestanti permettono il transito ai varchi solo ai tir che trasportano merce deperibile (cibo, farmaci) e pullman di passeggeri di crociere e traghetti.
A causa del blocco dei varchi Etiopia e Albertazzi si rischiano ritardi per la raccolta dei rifiuti in città. Alcuni mezzi Amiu sono stati bloccati – non senza qualche scontro – fuori dal porto e non hanno potuto portare l’indifferenziata alla pressa dove ogni giorno viene trattato circa un terzo dei rifiuti genovesi. Amiu al momento sta gestendo la situazione dirottando i camion sulla Volpara, ma se i blocchi proseguiranno anche solo che un paio di giorni le ripercussioni saranno gravi.
“Andiamo avanti a oltranza”, dicono alcuni manifestanti. Un centinaio quelli ancora presenti ai varchi di Sampierdarena, dove stanno arrivando viveri e coperte, ma nelle prossime ore potrebbero avere man forte proprio dal comitato Libera Piazza che già da ieri sta lanciando ripetuti appelli alla solidarietà sulla propria chat di gruppo spronando gli iscritti a unirsi ai blocchi.