Genova. Il mondo accademico genovese, ma non solo, oggi in lutto per la scomparsa di Giuliano Carlini, professore di sociologia della facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Genova.
Carlini si è spento all’età di 83 anni, oramai in pensione dopo una lunga carriera di insegnamento e ricerca: negli anni ha ricoperto anche ruoli di spicco come membro del Comitato scientifico del Cedritt e svolgendo numerose ricerche su Genova e la Liguria, sui giovani, sugli immigrati, sul disagio e la tossicodipendenza, sulla povertà.
Molti i messaggi di commiato da parte della comunità intellettuale genovese: “E’ stato capace di intrecciare il rigore della ricerca con impegno civile, vivacità culturale, dimensione internazionale – scrive Luca Borzani su facebook – Più attento ai mutamenti sociali e alla partecipazione civica che ai salotti e all accademia. Quanto più lontano dal provincialismo e dai trasformismi che ci affliggono. E soprattutto straordinariamente generoso capace di essere generativo, di accompagnare. Un pezzo di Genova prezioso di cui siamo costretti a fare a meno. Con immenso dolore”.
“Una delle persone più generose e gratuite che io abbia conosciuto, oltre che un sociologo raffinato ed una mente aperta e positiva – scrive l’ex assessore del Comune di Genova Elena Fiorini – Nei confronti del quale sono debitrice, come molti, per avermi aperto mondi e sollecitato dubbi. Molti i ricordi, dalle riunioni al Ce.sto a parlare di bande, negli anni ’80, ad un corso sulle migrazioni per le professioni mediche, in cui lui svolgeva la parte sociologica e io, più modestamente, quella giuridica”
“Se n’è andato un maestro, che era tale non semplicemente perché avesse avuto allievi, né tantomeno perché mi avesse avuto, per un breve periodo, tra i suoi allievi, ma perché era una persona che amava quello che faceva e perché quello che faceva amava insegnarlo – scrive Enrico Fravega, Dottore di ricerca in Scienze Sociali – A me, come a tutti quelli che l’hanno incrociato facendo insieme tratti di strada e di vita a volte brevi, a volte lunghi, il compito, non facile, di ritrovare tracce del suo sguardo – sempre attento e ironico – nelle cose che facciamo quotidianamente e, soprattutto, nei modi in cui pratichiamo la ricerca e la politica”