Conseguenze

Università di Genova, arrivano le prime denunce agli studenti per l’occupazione del Disfor

Due denunce anche per il corteo senza preavviso del 20 luglio, anniversario della morte di Carlo Giuliani

L'Università "liberata": occupata il dipartimento di Scienze della formazione

Genova. Sono arrivate le prime denunce nei confronti degli studenti universitari che per un mese, dal 19 aprile al 17 maggio, avevano occupato i locali del Disfor, il dipartimento di scienze della formazione dell’Università di Genova in corso Podestà. A darne notizia è il collettivo studentesco Vedo Terra sul proprio profilo Facebook.

“Dopo aver attraversato le strade di questa città in testa ad un corteo di migliaia di persone, non riconoscendoci nella commemorazione istituzionale del ventennale del G8, ecco arrivare le prime denunce contro un nostro compagno – raccontano gli studenti – Denuncia per invasione. Per esserci ripresi/e uno spazio che ci appartiene, chiuso da più di un anno. Un’università che solo in quel momento è stata veramente pubblica, popolare e universale”.

Era stato lo stesso rettore Federico Delfino a decidere di procedere con una denuncia per invasione di terreni o uffici (e non per interruzione di pubblico servizio), una scelta che interpretata soprattutto come un’autotutela dell’istituzione nel caso in cui all’interno degli spazi occupati qualcuno si fosse fatto male o, per esempio, se fosse stato rilevato un cluster di Covid. Nessuno di questi rischi si è mai concretizzato.

Altre due denunce sono arrivate per manifestazioni non autorizzate a causa del corteo organizzato senza preavviso lo scorso 20 luglio, anniversario della morte di Carlo Giuliani, da piazza Alimonda a piazza De Ferrari: “Per aver raccontato la realtà dei giorni del 2001, allontanandoci dalla retorica istituzionale deconflittualizzante tipica delle sinistre degli ultimi vent’anni”, scrivono gli studenti del collettivo.

“A Genova ultimamente abbiamo visto misure repressive sempre più opprimenti, che hanno colpito tanti e tante compagni/e. Dalle varie denunce per i fatti di Corvetto, alle accuse di associazione a delinquere ai danni dei compagni del porto, fino alle misure amministrative di sorveglianza speciale che colpiscono ormai tutti quelli che alzano la testa contro i soprusi di questo sistema – conclude il post di Vedo Terra -. Non sono queste misure, atte ad intimorirci e dividerci, che ci fermeranno. Continueremo la nostra lotta verso un mondo più giusto, a partire dal rilancio dello sciopero generale dei sindacati di base dell’11 ottobre”.

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