Monito

Sansa scuote il centrosinistra: “Bucci commissario? Così gli consegniamo le chiavi della città”

Parte il pressing per evitare la riconferma al vertice della struttura commissariale: "Avremmo un'anomalia unica in Italia, un candidato che gestisce 2,3 miliardi di soldi pubblici"

sansa bucci

Genova. “Se Bucci sarà riconfermato commissario straordinario avremo un’anomalia unica in Italia: un candidato sindaco che gestisce 2,3 miliardi di soldi pubblici. Sarebbe come dargli le chiavi della città, e gliele stiamo dando noi”. A rompere il silenzio per opporsi a ciò che finora appariva scontato è Ferruccio Sansa, ex candidato giallorosso contro Toti che guarda alla campagna elettorale per le comunali del 2022. È lui a partire per primo in pressing sul centrosinistra al governo nazionale perché tolga al primo cittadino lo “scettro” che di fatto significa pieno controllo su tutte le opere strategiche per il futuro della città.

L’origine della contesa è nel decreto legge Infrastrutture, approvato lo scorso 2 settembre, che prevede la possibilità di prorogare la struttura commissariale per la ricostruzione del viadotto Polcevera fino al 31 dicembre 2024. Un atto che si renderebbe di fatto indispensabile, visto che a quell’ente fanno capo tutti gli interventi previsti dal programma straordinario delle opere portuali per Genova, tra cui la nuova diga foranea, il ribaltamento a mare di Fincantieri e il Waterfront di Levante, giusto per citare gli interventi più noti. L’incarico al sindaco, già rinnovato due volte, scade il 4 ottobre. Ma ad oggi sul tavolo non ci sono altri nomi oltre al suo. Ed è per questo che la riconferma appare ovvia.

Il punto è che ad apparire ovvia, almeno sulla carta e nelle sue stesse dichiarazioni, è anche la ricandidatura di Bucci a sindaco con la coalizione di centrodestra. E per Sansa si tratta di un campanello d’allarme: “Verrebbe falsata la campagna elettorale con un provvedimento presentato dallo stesso centrosinistra. Per Bucci sarebbe l’arma definitiva per vincere le elezioni, perché a quel punto avrebbe un potere di propaganda enorme”. E così sarebbe già partita la moral suasion soprattutto nei confronti del Pd, a partire dal ministro ligure Andrea Orlando, con l’obiettivo di convincere il titolare del Mims Enrico Giovannini a bloccare la riconferma prima che sia troppo tardi.

A dire il vero nel Pd, sebbene sottovoce, qualcuno stava già mugugnando e avanzando dubbi sulla legittimità della riconferma. Un commissario governativo può essere candidato alle elezioni amministrative, oltre che amministratore in carica? In teoria non c’è nulla che lo vieta, ma nei fatti potrebbe sorgere una seria questione di opportunità. E se il centrodestra dovesse perdere, a chi gioverebbe avere un super-commissario con poteri vastissimi di colore politico opposto a quello del Comune?

È lo stesso Bucci ad ammetterlo per assurdo: “In questi anni è stato un grande vantaggio fare il sindaco e il commissario – commenta a margine del consiglio comunale -. Per le opere che servono alla città avere il commissario e il sindaco nella stessa persona è un grande vantaggio per le opere e per i cittadini stessi”. Quindi farà il candidato sindaco e il commissario contemporaneamente? “Non lo so, vedremo. In ottica elettorale mi interessa meno del due di briscole”. E sulla possibile riconferma si limita a un secco “no comment“.

Non è detto, comunque, che sulla sponda dem romana ci sia qualcuno disposto ad accogliere le perplessità di Sansa. Anche perché, secondo diverse indiscrezioni, la riconferma di Bucci sarebbe in qualche modo collegata all’accordo che porterebbe in Liguria 1,6 miliardi di investimenti in opere compensative da parte di Autostrade a titolo di “risarcimento” dopo il crollo del ponte Morandi. Difficile, quindi, che il ministero decida di mettere indirettamente i bastoni tra le ruote al centrodestra in Liguria, interrompendo così un’interlocuzione consolidata.

Ciò che contesta Sansa, d’altra parte, sono proprio i risultati conseguiti da Bucci durante il suo commissariato: “A parte il nuovo ponte, che è stato pagato da Autostrade, il modello Genova non ha funzionato, siamo in ritardo – accusa -. La nuova diga dovrà essere pronta nel 2026, altrimenti uscirà dal recovery plan e dovremo pagarcela tutta. Ad oggi non c’è nemmeno l’appalto per i lavori. E se l’assegnazione arrivasse nel giro di tre mesi ci sarebbe molto da preoccuparsi, visto che parliamo di un’opera da 950 milioni e in pratica si affiderà senza una vera gara”.

I 2,3 miliardi di cui parla Sansa sono effettivamente quelli riportati nell’ultimo aggiornamento del programma della struttura commissariale. Dentro c’è di tutto: anzitutto il primo lotto della nuova diga per 950 milioni (ne serviranno poi altri 350), il ribaltamento a mare di Fincantieri per 636 milioni, il consolidamento delle banchine del porto per 35 milioni, gli interventi sulla viabilità portuale per 141 milioni, il pacchetto della viabilità portuale che cuba oltre 100 milioni, l’ultimo miglio del Terzo Valico e adeguamenti ferroviari in porto per oltre 100 milioni, la nuova torre piloti per 16 milioni, la riqualificazione dell’Hennebique per 133 milioni, il Waterfront di Levante per 10 milioni.

Insomma, tagliare le gambe a Bucci commissario potrebbe essere un’arma politica in mano al centrosinistra per indebolire l’avversario di un candidato che nessuno conosce ancora. Un’arma a doppio taglio, in verità, anche perché non sono in pochi nell’area progressista a riconoscere a Bucci di aver fatto un buon lavoro. E perciò una “bocciatura” a ridosso delle elezioni potrebbe essere letta come un dispetto ai danni della città, col risultato di allontanare ancora di più un elettorato tutto da riconquistare.

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