Genova. L’Autorità portuale di Genova parteciperà alla manifestazione di interesse del ministero della Transizione ecologica per l‘elettrificazione dell’area delle riparazioni navali con risorse del recovery fund. Ad annunciarlo è stato il presidente dell’Autorità di sistema portuale Paolo Emilio Signorini questa mattina a margine dell’inaugurazione del nuovo parcheggio nel padiglione ex Ortec adiacente alla Fiera.
“Parteciperemo al bando del Pnrr per elettrificare le attività delle riparazioni e alimentarle con energia fotovoltaica. Il bando scade l’8 ottobre – ha spiegato Signorini -. C’è un plafond di circa 35 milioni di euro per l’Autorità portuale“. La manifestazione di interesse ha una dotazione complessiva di 270 milioni di euro e fa parte del progetto Green Ports. “Inoltre – ha aggiunto Signorini – faremo alcuni lavori di ampliamento delle aree a terra dei bacini che contiamo di riuscire ad approvare con un piano di investimenti entro l’anno”.
I 35 milioni per elettrificare le riparazioni navali sono una piccola parte rispetto agli 800 milioni che Toti e Bucci avevano chiesto al ministro Roberto Cingolani per la trasformazione green del porto di Genova. Un piano che prevedeva la copertura integrale dei bacini dei cantieri navali con l’installazione di 300-400mila metri quadrati di pannelli fotovoltaici che, nei casi in cui la copertura fosse irrealizzabile (su Fincantieri, ad esempio, ci sarebbero problemi di ordine paesaggistico), potrebbero essere collocati nei pressi della nuova diga, anche galleggianti secondo il sindaco.
L’obiettivo è abbattere del tutto le emissioni inquinanti. Per l’elettrificazione delle banchine c’è anche parte dei 41 milioni destinati alla Liguria dal decreto Investimenti Autorità di sistema portuale. Fra le 23 opere previste anche quelle per l’alimentazione delle navi da terra (cold ironing) di sei accosti nel porto di Genova (Mille Ponente, Doria Ponente, Colombo Ponente, Assereto Levante e Ponente e Caracciolo) per le navi da crociera e per i traghetti che quotidianamente soffocano i quartieri affacciati sul porto con i loro scarichi.
Lo stesso Cingolani a luglio durante un evento a Genova aveva chiarito che “nessuno può chiedere niente, non è uno sportello dove chiedi e ti danno i soldi. Si fa una stima di quello che servirebbe per avere un grande miglioramento. Poi, correlando i settori dove si fanno questi miglioramenti alle linee programmatiche del Pnrr, si deve partecipare o ad accordi di programma o a bandi in cui, a un certo punto, deve vincere il migliore”.
Sempre al Pnrr è legata la maggior parte dei finanziamenti per il primo lotto della nuova diga foranea (sui 950 milioni complessivi, 600 milioni di cui 500 già individuati nel fondo complementare e altri 100 che il ministero si è impegnato a trovare) che dovrà essere pronta entro il 2026 pena la revoca delle risorse. “La gara dipende dal completamento dell’iter autorizzativo, lo traguardiamo entro fine anno per appaltare nei primi mesi del 2022 – assicura Signorini -. Una volta aggiudicati i lavori l’opera non sarà particolarmente impattante sul territorio. Siamo fiduciosi che, una volta allestito il cantiere, al netto di imprevisti i lavori procederanno abbastanza spediti”.
In ogni caso, “in un’ottica di accelerazione chiederemo a Giorgetti di fare tutto quello che è in suo potere”, commenta Signorini anticipando la visita del ministro a Genova sabato pomeriggio. Per la nuova diga e il ribaltamento di Fincantieri servono “il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici e la Via”. E poi “c’è il tema degli indennizzi e dei ristori: nel decreto Infrastrutture c’è qualche misura per i terminalisti, ma abbiamo due grandi criticità, autotrasportatori e compagnie portuali. Chiederemo di fare uno sforzo in più, consegneremo al ministro gli emendamenti che saranno necessari”, conclude.