Protesta

Pulizie, mense e vigilanza, l’esasperazione dei lavoratori: “Tagli continui e condizioni inaccettabili”

Filcams Cgil Genova: "Vogliamo dare voce e dignità a questi lavoratori, vittime di un sistema che punta sempre più al risparmio, al profitto e quindi al loro sfruttamento"

Genova. Chiedono lavoro e dignità i lavoratori degli appalti – del settore delle pulizie, mense e vigilanza – oggi in una manifestazione di protesta sotto la Prefettura, in Largo Lanfranco a Genova.

È la denuncia della Filcams Cgil Genova che sottolinea di voler dare voce e dignità a questi lavoratori, vittime di un sistema che punta sempre più al risparmio, al profitto e quindi al loro sfruttamento.

“I lavoratori degli appalti – continua Filcams Cgil Genova – vivono condizioni di lavoro fortemente condizionate dal degrado delle gare d’appalto pubbliche e private, troppo spesso viziate dalla logica degli sconti sul prezzo. Sconti che inevitabilmente ricadono poi sulle loro schiene. Il quadro è desolante e preoccupante: la logica dello sconto trasforma gare correttamente improntate sul criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa in gare al massimo ribasso”.

“Il risultato è troppo spesso la consegna degli appalti di servizi da parte delle committenze pubbliche e private a ditte, finte cooperative e consorzi commercialmente speculatrici/ori, pronte/i a fare sconti insostenibili che inevitabilmente ricadono sulle lavoratrici e i lavoratori in appalto attraverso tagli di ore, condizioni di lavoro inaccettabili e non di rado sistemi di retribuzione al limite della legalità se non illeciti“.

“Il popolo degli appalti è stanco di queste logiche, è stanco di lavorare male, stanco di lottare costantemente contro una corsa al risparmio che rende i carichi di lavoro sempre più insostenibili, con l’età che avanza, part time spesso all’osso e la pensione un miraggio; è stanco di dover controllare ogni mese la busta paga e trovare irregolarità da segnalare”.

“Con la pandemia – conclude Filcams Cgil Genova – la situazione sta ulteriormente degenerando per via di uno smart working, ancora molto spinto, arsenico che non lascia scampo agli appalti di servizi; va normato affinché non diventi anche elemento di sfruttamento e isolamento per i lavoratori stessi a cui viene applicato e va normato con lo sguardo rivolto a tutto quell’indotto che rischia concretamente di essere annientato”.

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