Genova. “È molto importante che sabato scendiamo in piazza motivati e coesi, il messaggio che deve passare è: noi siamo una piazza pacifica, i violenti sono altri“. Con queste parole sul canale Telegram Libera piazza Genova il movimento no green pass genovese rinnova l’appuntamento per sabato prossimo alle 16.30 in piazza De Ferrari con partenza del corteo alle 18.15. Sarà la settima protesta consecutiva dall’inizio della mobilitazione.
“Diamo un forte segnale alla stampa, alle istituzioni, a tutti i sostenitori del green pass: noi ci siamo, siamo sempre di più, siamo sempre più agguerriti – scrivono gli organizzatori invitando a diffondere il più possibile la notizia della manifestazione -. Non possono ignorarci, e non possono dipingerci come vogliono. Scendiamo in piazza uniti, arrabbiati, pacifici e numerosi”.
È ormai del tutto evidente la spaccatura netta tra i “registi” delle manifestazioni a Genova e gli ignoti autori degli appelli sul canale Telegram Basta dittatura assurto agli onori della cronaca nazionale. Chi aveva lanciato l’appello a bloccare le stazioni ferroviarie nel pomeriggio di ieri è comunque riuscito, grazie al passaparola ma anche (e forse soprattutto) grazie all’eco mediatica sugli organi di informazione, ad alzare la tensione in tutta Italia sotto il profilo dell’ordine pubblico. L’invito a “non far partire nessuno” ha creato veementi reazioni preventive, tra cui quella di Assoutenti che poi ha ipotizzato denunce per procurato allarme, ma di fatto nessuno ha nemmeno tentato di metterlo in pratica.
Un flop – così è stato definito da più parti – che in realtà non avrebbe dovuto stupire nel capoluogo ligure, dove gli organizzatori delle proteste in piazza (gli stessi che da circa un mese comunicano i cortei alla Questura, evitando così di rimediare altre denunce) si erano esplicitamente dissociati da azioni illegali, ritenendo che quegli annunci in realtà fossero frutto di un complotto architettato da infiltrati per fare schiantare il movimento no green pass. E infatti, ironia della sorte, i pochissimi che si sono presentati ieri davanti alla stazione Principe hanno affermato di aver appreso la notizia dalla televisione, cioè la stessa “informazione di regime” presa di mira durante i cortei. Cortocircuito della comunicazione.
Comunque sia, la riprova si è avuta stamattina. Annunciato un presidio dalle 10 alle 12 sotto i palazzi delle Regioni in tutta Italia: a Genova in piazza De Ferrari neanche l’ombra di un manifestante. Stessa scena, del resto, anche nelle altre città capoluogo. Oltre al blocco delle stazioni ferroviarie che in teoria dovrebbe continuare anche oggi pomeriggio (non sta avvenendo nulla di tutto ciò) e domani dalle 8 alle 16, per il 3 e 4 settembre è stato convocato anche un presidio sotto le sedi Rai.
Più concreti, invece, i prossimi appuntamenti segnalati dai no green pass genovesi: domani alle 10.30 flash mob degli studenti universitari sotto il rettorato in via Balbi, alle 18.00 protesta dei sanitari e degli operatori scolastici della Cub in piazza De Ferrari. Sabato, come detto, alle 16.30 presidio in piazza De Ferrari e alle 18.15 partenza del corteo. Il percorso non è ancora noto.
leggi anche

No green pass, a Principe decine di poliziotti e giornalisti ma i manifestanti si contano sulle dita di una mano
