L'analisi

Lupi in città, il direttore dell’Istituto Zooprofilattico: “L’equilibrio si è rotto” fotogallery

Le campagne sempre più spopolate e una biodiversità a rischio sono i fattori chiave per capire cosa sta succedendo pochi metri fuori dalla nostra città

Genova. L’equilibrio fragile tra fauna selvatica e urbanizzazione si è rotto, e la presenza di tanti selvatici tra le nostre case ne è una prova evidente: le campagne sempre più abbandonate e la cura del verde nelle aree di interfaccia non sono più sufficienti per contenere una fauna selvatica in rapido ripopolamento. Questa la lettura del direttore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Angelo Ferrari dell’inedito avvistamento nel greto del Bisagno di un lupo.

IL SECONDO AVVISTAMENTO SULLE ALTURE DI MOLASSANA

“Con i nostri esperti abbiamo analizzato il video dell’avvistamento che avete pubblicato – sottolinea, confermando essere il primo documento del genere mai realizzato e pubblicato nella storia della città e del paese – si tratta di un esemplare giovane, non in buona salute e probabilmente abbandonato dal branco. Non deve essere considerato una sorpresa però, perchè è da tempo che la fauna selvatica si sta ‘muovendo’ verso le aree urbane: si è rotto l’equilibrio che teneva distinti gli spazi dell’uomo e degli animali selvatici, e ora come non mai ne vediamo i segni evidenti”.

Un fenomeno non solo genovese: “Il mio istituto ha come area geografica di riferimento la Liguria, il Piemonte e la Valle d’Aosta – spiega Ferrari, medico veterinario – è possiamo osservare che in tutti questi territori si stanno verificando le stesse dinamiche. Certamente la peculiarità orografica ligure, con grandi boschi e montagne che si intersecano con le periferie delle città, rende più brevi le distanze e quindi più visibili certi episodi, ma la presenza dei selvatici nelle città è un problema nazionale”.

Questa stagione di migrazioni già da anni ha portato nella nostra quotidianità la presenza di cinghiali, ma in questi ultimi mesi ha fatto registrare sorprese, a partire da intere famiglie di caprioli arrivati a fondo valle, le nutrie nello Scrivia, e la rinnovata presenza dei predatori, come le volpi e, infine, il lupo. “L’abbandono delle campagne e l’arretramento delle attività umane nelle zone rurali è il primo fattore alla base di questo fenomeno che vede un’avanzata dei selvatici verso il mare – sottolinea Angelo Ferrari – ma anche la mancata tutela delle nostra biodiversità“.

L’intervento dell’uomo nella ‘gestione’ della fauna, infatti, non ha sempre avuto ricadute positive, e oggi iniziamo a pagare scelte rivelatesi miopi: “I tanti, tantissimi cinghiali che vediamo anche in città sono per lo più porcastri – vale a dire ibridati con altre specie di suidi – mentre le nutrie sono l’esempio da manuale dei danni che possono essere provocati dall’introduzione di specie aliene”. E l’arrivo in città di grandi animali selvatici è solo la conseguenza che noi vediamo direttamente, ma a monte tutti gli habitat “sono sotto stress e a rischio”.

Il tutto va ovviamente inserito in un contesto più grande, sicuramente globale: “I cambiamenti climatici hanno sicuramente un peso sugli spostamenti delle specie animali, e sono in atto già da tempo, basta vedere come è cambiato negli ultimi decenni il Mediterraneo e quante sono le tipologie di insetti che sono arrivati da altre aree del pianeta”.

La passeggiata del giovane lupo a pochi metri dalle case di San Gottardo non deve però mettere in allarme: “Probabilmente è un caso che sia arrivato così in basso – conferma Ferrari – e potrebbe essere dipeso più alle condizioni psico-fisiche del singolo esemplare. Non ci sono pericoli di invasioni di lupi, per intenderci, anche se va monitorato attentamente. Ma va detto che però la sua presenza ‘dietro la città’ oramai è cosa assodata e la convivenza con l’uomo potrebbe mettere in difficoltà chi vive di agricoltura e allevamento. Anche su questo bisogno intervenire, evitando contrapposizioni controproducenti, senza farsi prendere dalle fazioni e dall’enfasi“.

Ma per provare a reimpostare questo equilibrio, la strada è una sola, anche se duplice: “Tornare a curare la campagna, riprendere possesso dei luoghi umani oggi abbandonati, e, soprattutto, cercare in tutti i modi di tutelare la biodiversità locale, capace di ritrovare nuovi equilibri e compensare. Per questo l’istituto Zooprofilattico è attivo con iniziative di formazione e informazione, soprattutto rivolte ai più giovani”.

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