Genova. La Liguria è al penultimo posto in Italia per vaccini somministrati agli adolescenti nella fascia 12-19 anni. Il dato arriva dall’ultimo report settimanale della fondazione Gimbe: il 39,7% dei ragazzi non ha ricevuto nemmeno una dose, percentuale che vale un’ulteriore discesa in classifica rispetto alla settimana scorsa, con la provincia autonoma di Bolzano (52,2%) a conservare il primato negativo.
La Liguria si colloca quindi molto al di sotto della media nazionale (32,1% senza vaccino) e perciò suona ancora più grave l’allarme lanciato la settimana scorsa dagli esperti di Gimbe sulla copertura dei ragazzi a lezioni già iniziate.
“Si parla tanto di scuola – commenta oggi il presidente della fondazione Nino Cartabellotta – ma lo si fa in modo generico, senza considerare che i vari interventi per minimizzare la circolazione del virus non possono essere applicati indiscriminatamente in tutte le tipologie di scuole, ciascuna delle quali richiederebbe un piano di prevenzione su misura, considerando soprattutto la maggiore contagiosità della variante delta tra bambini e adolescenti. In particolare non disponiamo di vaccini autorizzati sotto i 12 anni, l’obbligo di mascherine vige solo a partire dalla scuola primaria e il distanziamento non è realisticamente applicabile nei nidi e nella scuola dell’infanzia”.
Per quanto riguarda invece il personale scolastico, in Liguria il 7,5% non ha ricevuto nemmeno una dose, mentre la media nazionale si attesta al 6,1%.
La nostra regione resta indietro anche per quanto riguarda gli over 50, collocandosi ancora ben al di sotto della media nazionale: il 13,3% delle persone in questa fascia d’età non ha ricevuto nemmeno una dose, mentre in Italia sono il 10,5%. Invece sulla popolazione target generale (dai 12 anni in su) il dato è appena inferiore a quello italiano: il 74,2% (contro il 75%) ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino.
Gli indicatori di pressione sanitaria in Liguria restano ampiamente sotto controllo e sono in discesa: i pazienti Covid occupano il 2% dei posti letto in terapia intensiva e il 5% di quelli in area medica, percentuali ancora più basse di quelle nazionali (7% in area medica e 6% in area critica). In Italia restano notevoli differenze regionali: per l’area medica si collocano sopra la soglia del 15% Calabria (18%) e Sicilia (17%), per l’area critica nessuna regione supera la soglia del 10%.
Anche l’andamento dei contagi non desta preoccupazioni: nella settimana 15-21 settembre si registrano 87 casi positivi ogni 100mila abitanti, con un calo del 26,8% dalla settimana precedente.
“Continuano a diminuire i nuovi casi settimanali – spiega Nino Cartabellotta – sia come numeri assoluti che come media mobile dei casi giornalieri che si attesta a 4.097″. Nella settimana 15-21 settembre 2021, rispetto alla precedente, solo 4 regioni registrano un incremento percentuale dei nuovi casi, mentre in 3 Regioni crescono i casi attualmente positivi. Scendono a 35 le province con incidenza pari o superiore a 50 casi per 100mila abitanti, ma in nessuna si superano i 150 casi per 100.000 abitanti. Sostanzialmente stabili i decessi: 394 negli ultimi 7 giorni (di cui 33 riferiti a periodi precedenti), con una media di 56 al giorno, pari a quella della settimana precedente.