Musica

Il Teatro Carlo Felice riapre col concerto sinfonico diretto da Dmirty Matvienko

Appuntamento sabato 11 settembre alle 20.00: il fil rouge sarà la luna

tre concerti carlo felice

Genova. Il concerto d’apertura del cartellone del Teatro Carlo Felice, sabato 11 settembre 2021, alle ore 20.00 segna il debutto sul podio dell’Orchestra del Teatro Carlo Felice del direttore bielorusso Dmitry Matvienko, vincitore del Primo Premio e del Premio del pubblico della Malko Competition DNSO/2021, con la partecipazione del mezzosoprano Sonia Ganassi. Il concerto è realizzato in collaborazione con la Malko Competition for Young Conductors, organizzato dalla Danish National Symphony Orchestra sotto la presidenza di Fabio Luisi, direttore principale della DNSO e altresì direttore onorario del Teatro Carlo Felice. Il concorso, dedicato alla memoria del grande direttore sovietico Nikolai Malko si tiene, dal 1965, triennalmente a Copenaghen e rappresenta una delle maggiori sfide dedicate alle nuove generazioni di direttori d’orchestra, a livello mondiale.

“Il programma della serata, che trova nella fascinazione per la notte e nei riferimenti nella letteratura musicale alla luna il suo fil rouge – spiega il Sovrintendente Claudio Orazi – presenta, incastonati tra la Sinfonia dall’opera Il mondo della luna di Franz Jospeh Haydn e, nella seconda parte, la Sinfonia n. 2 in re minore op.36 di Ludwig van Beethoven, Il tramonto di Ottorino Respighi, poemetto lirico per mezzosoprano e orchestra d’archi su versi di Percy Bysshe Shelley e Piccola musica notturna di Luigi Dallapiccola. La scelta di tali composizioni di due dei più importanti esponenti, rispettivamente, della “generazione dell’Ottanta” e del primo Novecento italiano attesta di uno dei primari interessi della nuova programmazione del Teatro Carlo Felice: l’approfondimento e la diffusione del repertorio strumentale italiano del XX e del XXI secolo, partendo dunque da Alfredo Casella, Ildebrando Pizzetti, Gian Francesco Malipiero, Ottorino Respighi la cui opera, che s’iscrive nel segno del rinnovamento all’interno della tradizione, delinea un ambito musicale di grande rilevanza, tutt’oggi poco conosciuto, che si estende, attraversando la stagione dell’impegno e delle avanguardie, si trasforma, per arrivare a consegnare una concezione di musica assoluta squisitamente italiana ai nostri giorni. Siamo lieti che, ad affrontare tale programma, compiendo una scelta di repertorio audace da parte di un direttore della nuova generazione internazionale, assieme all’Orchestra del Teatro Carlo Felice, sia un giovane direttore di grandissimo talento e carisma, qual è Dmitri Matvienko, che si è rivelato appieno con la sua vittoria della Malko Competition quest’anno, con la partecipazione di un’interprete lirica del livello di Sonia Ganassi.»

Dmitri Matvienko è oggi direttore affiliato della National Academic Opera and Ballet Theatre of Belarus. Con l’affermazione alla Malko Competition nel giugno del 2021, che segue il Premio della Critica e Premio “Made in Italy” al concorso internazionale di direzione d’orchestra “Guido Cantelli” nel 2020,  il direttore poco più che trentenne dischiude le porte delle più prestigiose sale da concerto internazionali, dopo aver già debuttato alla Sala Čaikovskij della Filarmonica e alla Zaryadye di Mosca, dirigendo nelle stagioni 2021-2022 e 2022-2023 l’Orchestre Philharmonique de Monté-Carlo, la Russian National Orchestra, la Royal Stockholm Philharmonic Orchestra, la Bergen Philharmonic Orchestra, la Adelaide Symphony Orchestra, della Danish National Symphony Orchestra. In Italia, dopo il suo debutto al Teatro Carlo Felice di Genova, è nuovamente atteso nel 2021 per alcuni concerti sinfonici al Teatro Regio di Torino e al Comunale di Bologna e, nella stagione 2022-2023, alla Fenice di Venezia.

Cresciuto alla grande scuola direttoriale russa, perfezionandosi con Gennady Rozhdestvensky, Vladimir Jurowski, Teodor Currentzis e Vasily Petrenko, forgiato da anni di esperienza in ambito corale, nel MusicAeterna Choir, al Perm Opera and Ballet Theatre diretto da Teodor Currentzis, e attivo da anni quale assistente direttore di Vladimir Jurowski, direttore principale dell’Orchestra accademica di Stato “Evgeny Svetlanov”, Dmitry Matvienko porta nel suo DNA una curiosità per ogni genere musicale e un amore per la musica del nostro tempo condivisi con i suoi maestri. Il suo repertorio spazia dall’opera europea, con Rigoletto, Traviata, Faust ai capolavori della lirica russa, con Iolanta di Čaikovskij e Čsarskaja nevesta (Una sposa per lo Zar) di Rimskij-Korsakov, alle collaborazioni con le realtà più innovative della scena moscovita: lo Stanislavsky Electrotheatre, dove debutta nel 2017 nella prima mondiale di Octavia di Dmitri Kourliandski (1976), in veste di maestro di coro, con la messa in scena di Boris Yukhananov che, nel 2018, lo reinvita a dirigere l’ambizioso progetto Orphic Games. Punk-Macrame e nel 2019, quale assistente di Vladimir Jurowski, per l’anteprima mondiale de Il diavolo innamorato di Alexander Vustin (1943-2020), e l’ensemble “N’Caged”, tra i gruppi di musica contemporanea più attivi della capitale russa. È attualmente impegnato alla National Academic Opera and Ballet Theatre di Minsk nella direzione di una nuova produzione di Samson et Dalila di Saint-Saëns, alla Novaya Opera di Mosca con la nuova produzione di Die tote Stadt di Korngold, alternandosi alla direzione con Valentin Uryupin e alla Staatsoper di Monaco di Baviera, dove fa parte del team artistico di Vladimir Jurowski come assistente musicale nella nuova produzione di The Nose di Shostakóvitch.

La Sinfonia da Il mondo della luna, Hob. XXVIII:7 è tratta dal dramma giocoso su testo di Carlo Goldoni di Franz Joseph Haydn, la prima opera del compositore a essere eseguita nella nuova stagione di Észterhàza, nel 1777, per le nozze del figlio minore del Principe Esterhàzy, il Conte Nikolaus; occasione che allieta con una atmosfera festosa a preludio di un intrigo di carattere farsesco. Sarà seguita dalla Piccola musica notturna di Luigi Dallapiccola, “danza pantomima su di una poesia di Manuel Machado (Noche de Verano, preposta alla partitura, n.d.r)”, del 1954, evocativa composizione della maturità di Dallapiccola in cui il linguaggio dodecafonico, usato dal compositore con maggiore libertà, raggiunge vette espressive di grande intensità. Qui l’organico orchestrale di dimensioni cameristiche conferisce il carattere “misterioso”, prescritto dalla partitura, con i suoi “bisbigli” e “fruscii”, grazie alla presenza di un’arpa e di una celesta assieme a una nutrita sezione di percussioni. Di Ottorino Respighi, il poemetto lirico Il tramonto, P. 101, per mezzosoprano e orchestra d’archi, del 1914, originariamente composto per una più intima formazione cameristica, avvolge e amplifica i versi di Percy Bysshe Shelley, tra i poeti preferiti dal compositore assieme a D’Annunzio, messi in musica nella traduzione in italiano di Roberto Ascoli. La seconda parte del concerto è dedicata alla Sinfonia n. 2 in re minore op.36 di Ludwig van Beethoven, la cui varietà tematica e la cui “vivacità settecentesca”, pervasa da uno spirito spiccatamente teatrale, non gettano ombra di sospetto sulla condizione di sordità, all’epoca della sua composizione – tra il 1800 e il 1803 – ormai conclamata del Genio di Bonn.

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