Lettera aperta

I cittadini ‘inquinati’ scrivono ai grandi del G20: “Serve una rivoluzione ecologica”

"Servono degli osservatori indipendenti per valutare il reale impatto dei progetti approvati dalla Next Generation EU"

Generica

Genova. Una lettera aperta in cui sono messe nero su bianco priorità e pericoli del contesto ambientale odierno della nostra città, nell’ottica di una trasformazione verde sempre più necessaria per la mera sopravvivenza. Questa la missiva che i cittadini ‘inquinati’, come essi stessi si sono definiti, hanno inviato al primo cittadino genovese Marco Bucci, per arrivare a tutti i grandi del G20

A firmare la lettera Enzo Tortorello, presidente dell’Ecoistituto di Reggio Emilia e Genova, da anni oramai attivo nelle rilevazioni ambientali e nella elaborazione di strategie per uscire dalla crisi climatica sempre più conclamata.

“Non è possibile parlare genericamente di sviluppo sostenibile, resilienza, transizione ecologica e non cambiare nulla in concreto su modelli di produzione, commercio, consumismo, mercati finanziari. L’era delle persistenti priorità date ad ogni costo alla crescita e all’aumento del PIL deve finire. Occorre realizzare una nuova rivoluzione: quella ecologica – si legge nella lettera – La Rivoluzione Ecologica impone priorità alternative e mirate: un uso e una distribuzione equa ed equilibrata delle risorse per l’intera umanità, la riduzione dello spreco di energia, materiali e cibo da parte dei paesi più ricchi, i nostri, e il rifiuto della guerra da parte di tutti i Paesi”.

Ma non solo: ” Le infrastrutture che costruiremo devono facilitare lo stop rapido ai combustibili fossili, produrre e utilizzare solo energia rinnovabile, in modo più sobrio, in grado di continuare nei millenni a venire, identificare modalità più efficienti e meno impattanti per commerciare merci e trasportare persone. Servono scelte trasparenti e partecipate, rispettose delle norme e delle leggi stabilite per la tutela della salute e dell’ambiente, come quelle che l’Unione Europea ha iniziato a discutere.”

Infine, arriva la richiesta ai rappresentanti dell’Unione Europea: “istituire Osservatori indipendenti che valutino l’impatto ambientale dei progetti approvati, nell’ambito della “Next Generation EU” e, in particolare, che tali progetti non danneggino la biodiversità, il l’ecosistema, le matrici ambientali e la popolazione”.

La lettera è accompagnata da un documento specifico sul porto, elaborato in questi mesi dall’istituto, che per punti affronta quello che viene considerato il principale generatore di inquinanti della nostra città: viene richiesta una nuova modalità di analisi delle emissioni, utilizzando i droni dotati di “nasi” portatili in modo da verificare i flussi d’aria inquinata che innondano la città, e tra le altre cose gli attivisti chiedono misure più severe per le navi fuori norma (che siano bandite dal porto) e che venga fissato per legge un limite di età per le navi che non superi i 25 anni.

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