Roma. Saranno i lavoratori delle ditte di pulizie, quelli delle mense e in generale il personale esterno di scuole e Rsa i prossimi lavoratori sottoposti all’obbligo di presentare il green pass. È il primo step del pacchetto di misure del governo Draghi che di fatto colpirà gradualmente tutte le altre categorie: prima il personale di bar, ristoranti, palestre e luoghi chiusi della cultura e dell’intrattenimento, poi i dipendenti pubblici e infine anche quelli delle aziende private.
Il cronoprogramma dovrebbe approdare oggi in Consiglio dei ministri, anche se non ci sarà la cabina di regia sull’estensione del certificato verde. Colpa delle tensioni interne alla maggioranza, con Salvini che si attribuisce il merito della frenata dell’esecutivo, intenzionato invece a bruciare le tappe con un unico provvedimento. Invece se ne riparlerà più avanti.
Il provvedimento che sarà approvato oggi riguarderà in sostanza coloro che operano già in luoghi dove il green pass o la vaccinazione sono obbligatori: gli addetti alle pulizie, i lavoratori delle mense, i servizi di guardiania nelle scuole e nelle Rsa. Un prossimo provvedimento – in cui valutare l’estensione più generalizzata – non sarà preso in considerazione prima di metà settembre. Solo in quest’ultimo caso il lasciapassare dovrebbe diventare tassativo anche per tutte quelle categorie che lavorano nei luoghi dove il pass è già richiesto a chi li frequenta: ristoratori, camerieri, barman, gestori di locali e dipendenti delle strutture (cinema e teatri, ad esempio), ma anche per istruttori sportivi che lavorano in luoghi come piscine e palestre.
Ad esibire il Qr code a richiesta saranno anche gli autisti dei mezzi del trasporto pubblico locale, che si aggiungeranno a quelli dei treni dell’alta velocità passando per coloro che lavorano su navi, traghetti, aerei e per i quali è già previsto. L’idea inoltre è di includere anche i lavoratori al contatto con il pubblico, come quelli agli sportelli. Un ulteriore step – previsto a ottobre – riguarda invece il settore della pubblica amministrazione: in questo caso dovrebbe essere prevista una piattaforma specifica per facilitare i controlli, sulla scia di quanto è già previsto per il personale scolastico.
Gli ultimi saranno i lavoratori del settore privato, come gli operai delle grandi fabbriche, ma anche in generale i dipendenti di piccole e medie imprese. In questo caso restano però una serie di questioni da risolvere come la copertura delle spese per i tamponi (che dovrà eseguire chi non è vaccinato): nonostante il pressing di Confindustria affinché sia lo Stato a farsene carico, dall’esecutivo trapela che – esclusi i fragili – il costo dei tamponi non sarà coperto dallo Stato non solo perché a pagarli non dovrà essere la collettività ma perché ciò costituirebbe un forte disincentivo alla vaccinazione.
I lavoratori autonomi, come gli avvocati o i commercialisti, al momento non sono tra le categorie per le quali si valuta l’obbligo del green pass, a differenza dei magistrati che rientrerebbero nella categoria della pubblica amministrazione. Ma per l’accesso a strutture pubbliche – ad esempio gli avvocati nei tribunali – sarà necessario anche per loro esibire il lasciapassare. Tutte le persone fragili dotate di una certificazione medica valida che li esenta dalla somministrazione del siero per motivi di salute dovranno comunque sottoporsi ad un tampone ed è molto possibile che – così come già succede per il personale scolastico – per questa categoria i test saranno disponibili gratuitamente.
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