Genova. “In Liguria sono 30mila le persone affette da demenza senile, di cui 20mila sono malate di Alzheimer. In particolare il 60% dei pazienti con Alzheimer sono di sesso femminile, perché le donne hanno un’aspettativa di vita superiore agli uomini” – a dirlo Ernesto Palummeri, geriatra esperto di Alzheimer e responsabile Alisa per l’emergenza Covid nelle Rsa liguri, nella giornata mondiale dell’Alzheimer.
“I pazienti con demenza senile o Alzheimer sono coloro che più di tutti hanno sofferto le conseguenze della pandemia da Covid-19, non tanto per il virus in sé, quanto per i cambiamenti che esso ha comportato a livello sociale: dal lockdown, alle restrizioni, alla mancanza di spazi adeguati in cui svolgere l’attività fisica, importante in questi casi” – continua Palummeri.
“Queste patologie si sviluppano solitamente, a partire dai 65 o 70 anni e in percentuale minore a partire dai 50 o 60 – spiega Palummeri – così quando è partita la campagna vaccinale anti-Covid19 dal momento che i pazienti erano giovani e poiché si è avuto difficoltà a ricevere la priorità per la somministrazione del vaccino, abbiamo dovuto aspettare prima che la maggior parte di loro fosse vaccinata”.
Infine conclude che l’Alzheimer è una patologia solitamente riconoscibile attraverso la mancanza di memoria, che è anche il sintomo che la accomuna alla demenza senile. Ma si distingue dai deficit di attenzione e cognitivi oltreché dalla mancanza di orientamento“.