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Genova Jeans nel mirino della Corte dei conti: la guardia di finanza acquisisce documenti sui costi

Ieri il commento del sindaco Bucci: "Non l'abbiamo fatto per guadagnare soldi o coprire i costi con la bigliettazione"

guardia di finanza

Genova. La manifestazione Genova Jeans, chiusa il 6 settembre e ancora oggetto di polemiche, finisce nel mirino della Corte dei conti. La scorsa settimana, infatti, mentre l’evento era ancora in corso, la guardia di finanza ha acquisito negli uffici del Comune documentazione relativa ai costi affrontati per l’organizzazione.

Le fiamme gialle, e in particolare il nucleo di polizia economico finanziaria comandato dal colonnello Andrea Fiducia, sono state delegate dalla magistratura contabile, che al momento si sta muovendo con un fascicolo esplorativo. Per il momento non è stata formulata nessuna ipotesi ma, se le indagini andassero avanti, si procederebbe per danno erariale. Non è noto se la Corte dei conti si sia mossa in seguito a un esposto o abbia deciso in autonomia di far luce sull’evento.

Sui costi e sull’effettivo ritorno di Genova Jeans sono state durissime nelle scorse settimane e anche negli ultimi giorni le polemiche e le accuse da parte dell’opposizione a Tursi. Durante la commissione consiliare del 27 agosto l’assessore al Bilancio Pietro Piciocchi aveva assicurato: “Tutta la spesa sarà giustificata al termine, ora le spese sono ancora in corso di definizione, ci sono trattative in piedi”.

Nonostante una delibera regionale che fissava il budget a 1,2 milioni di euro, secondo i dati forniti da Piciocchi e dalla direttrice Manuela Arata le spese totali sarebbero ammontate a 820mila euro, coperte solo per 180mila euro dal Comune di Genova, mentre la maggior parte sarebbe arrivata da un contributo dell’Ice (Istituto di commercio estero, un’agenzia che fa capo al ministero dello Sviluppo economico) di 470mila euro. Il resto sarebbe stato finanziato da sponsor privati (Compagnia di San Paolo ed Esselunga 50mila a testa, Costa Crociere 20mila) e da bigliettazione e merchandising (50mila euro).

Ieri, intervistato a margine del Consiglio comunale e dopo che il Comune aveva diramato un comunicato stampa coi numeri del bilancio post evento, il sindaco Marco Bucci non aveva confermato questi numeri ma aveva commentato: “Questa cosa non è fatta per guadagnare soldi o coprire costi coi biglietti, ma per avere una visibilità della nostra città e dei suoi eventi che dà una ricaduta economica di secondo livello su ristoranti, alberghi, attività turistiche e culturali. Se uno viene a vedere Genova Jeans e poi va a vedere i musei e l’Acquario, è quello che vogliamo”.

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