La questione

Genova Calcio-Ventimiglia, Ventre: “Poca comprensione, siamo dilettanti”, Vacca: “Non è dipeso da noi”

Regole, deroghe e flessibilità: tema universale ormai à la mode nel calcio dei dilettanti

Partita annullata per ritardo

Il Ventimiglia si è presentato al “Ceravolo” di Genova fuori tempo massimo di circa un paio di minuti rispetto ai canonici quarantacinque di tolleranza. Motivo del ritardo, il traffico autostradale del Ponente ligure. L’arbitro ha applicato il regolamento, non facendo disputare la gara. Il Ventimiglia potrà fare ricorso appellandosi alla causa di forza maggiore per non vedersi inflitta una sconfitta a tavolino.

Formalmente tutto corretto, inappuntabile. E’ tuttavia innegabile che in tali circostanze sia perlomeno legittimo porsi la domanda se forse non sarebbe stato opportuno fare uno “strappo”. Su questo punto verte la riflessione di Michael Ventre, giocatore del Ventimiglia. “Siamo partiti a mezzogiorno, un orario che consente di raggiungere Genova in tempo per disputare una gara alle ore sedici. Può capitare sempre l’imprevisto, ma siamo arrivati alle 16:47, con appena due minuti di ritardo. Ho parlato con l’arbitro: mi ha detto che se la Genova Calcio avesse acconsentito, si sarebbe potuto giocare. Il loro presidente ha detto che l’arbitro si sarebbe dovuto prendere la responsabilità delle scelte e quindi il direttore di gara ha applicato il regolamento”.

“Al di là di questo, siamo dilettanti: abbiamo fatto quattro cinque di viaggio, siamo arrivati due minuti in ritardo non per colpa nostra. Il presidente si sarebbe dovuto mettere nei nostri panni, se fosse successo al contrario? Penso che il presidente Vacca abbia sbagliato, anche se posso capire il suo ragionamento. Credo che anche i ragazzi avrebbero voluto giocare”.

Marco Vacca, numero uno del sodalizio genovese, replica così: “Non dipendeva da noi, c’è un regolamento che va rispettato. Fuori c’erano due commissari di campo in contatto telefonico con la terna. L’arbitro ha visto che il ritardo era superiore a quanto concesso dal regolamento e ha applicato quest’ultimo. Il nostro dirigente accompagnatore Massimo Francioso ha detto che ci saremmo rimessi alla decisione del direttore di gara. Non sta a noi stravolgere il regolamento. Bisogna mettersi nelle condizioni di poter arrivare in orario al campo”.

Insomma, se la partita si giocherà lo deciderà il giudice sportivo. Un episodio che in ogni caso permette di riflettere sul tema del rapporto tra regole, deroghe e flessibilità, senza risposte certe ma che comunque vale la pena affrontare. Argomento che a livello concettuale si era già palesato in occasione del giallo a Battaglia dell’Angelo Baiardo, ammonito dopo aver ammesso un goal di mano.

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