Genova. Quando si agguanta una partita all’89’ su calcio di rigore dopo averne subito uno all’85’ e si rischia di capitolare all’ultimo secondo dell’ultimo minuto di recupero, fare analisi tecnico-tattiche diventa quasi complicato o superfluo. Invece sono necessarie dopo Bologna-Genoa 2-2 alla luce di un primo tempo scivolato nell’anonimato dopo un inizio promettente. La manovra del Genoa non sembrava trovare gli sbocchi ideali con l’asse Cambiaso-Kallon sulla destra non sfruttato a dovere anche se efficace nell’annullare uno come Barrow, mentre dall’altro lato Criscito riusciva a dare gran filo da torcere a Orsolini, non in grande giornata. Destro pareva l’ombra di se stesso e non in grado di essere il riferimento che era stato l’anno scorso. Ancora parecchi i problemi al centro, con Hernani che stasera, a parte l’assist per il pareggio di Destro, ha combinato poco.
Nel secondo tempo, la rete del vantaggio del Bologna (Hickey 49′) ha evidenziato una certa mancanza di reattività del Genoa a livello difensivo e non è stato un singolo episodio: la retroguardia rossoblù è efficace nei duelli con i singoli, ma pecca ed è anche sfortunata sulle azioni rimpallate. L’aver trovato il gol del pareggio subito, grazie a un regalino del Bologna che ha sbagliato un appoggio, è stata un’iniezione di fiducia.
Destro ha spinto maggiormente sull’acceleratore, galvanizzato e lo stesso Kallon in diverse occasioni è diventato una mina vagante. Proprio lui ha guadagnato il calcio di rigore nel finale che Criscito, un vero killer dal dischetto, ha trasformato senza problemi.
Il giovane attaccante, schierato sulla fascia, potrebbe essere davvero un’arma letale proprio in combinazione con Cambiaso (ci ripetiamo) che sembra aver trovato il suo ruolo ideale nella difesa a quattro. I due ragazzi potrebbero fare faville. Ancora tribuna per i nuovi acquisti: Ekuban, Caicedo e Buksa in attesa che i primi due recuperino completamente dai loro affaticamenti, mentre il terzo probabilmente vuole essere ancora preservato da Ballardini.
Il punto di Bologna diventa prezioso per come è arrivato e per l’occasione mancata dai padroni di casa, ma il Genoa è ancora un cantiere aperto, alla ricerca di un’identità sia nel modulo sia negli interpreti.