Realismo

G20, il monito del ministro Franco: “Il modello Genova? Riprodurlo altrove non è così facile”

Al G20 sulle infrastrutture la tavola rotonda sulla ricostruzione del ponte come modello da applicare altrove

nuovo ponte genova san giorgio

Genova. “La ricostruzione del ponte di Genova ha richiesto un anno e mezzo, un tempo record. Uno degli ingredienti chiave è stato il senso di urgenza e unità dopo la tragedia. Il modello Genova non è così facile da riprodurre proprio perché è stato una risposta collettiva a una delle più gravi calamità del decennio”.

Il monito arriva da Daniele Franco, ministro dell’Economia, che ha aperto la tavola rotonda dedicata al modello Genova, evento conclusivo della prima giornata del G20 sulle infrastrutture ai Magazzini del Cotone. Tra i partecipanti anche il sindaco-commissario Marco Bucci e l’ad di WeBuild Pietro Salini, oltre a rappresentanti di Fincantieri e Rina Consulting. I prossimi due giorni di incontri tra le delegazioni saranno chiusi al pubblico.

Al centro del dibattito la possibile riproposizione del modello Genova – cioè procedure accelerate e semplificate per stringere i tempi sulle infrastrutture – anche in altri contesti. “L’inaugurazione del ponte San Giorgio nell’agosto 2020 testimonia l’efficacia di tale processo, ora è importante valutare quali conclusioni sistemiche possano essere tratte da questo caso molto speciale”, ha aggiunto Franco ricordando che in Italia ci sono 102 opere commissariate per un valore di 96 miliardi: un test importante per capire se il post Morandi è stato solo un caso isolato o il primo esempio di un metodo vincente.

A rispondere a Franco è il sindaco Bucci: “Non abbiamo bisogno di tragedie per avere il senso di urgenza, ogni città deve avere il senso di urgenza per far sì che i progetti si possano realizzare, deve essere condiviso su tutti gli investimenti, soprattutto quando parliamo di Pnrr. In secondo luogo abbiamo bisogno di professionalità e noi abbiamo scelto le società migliori al mondo per questo progetto”.

“Il modello Genova ha insegnato che, quando vogliamo fare le cose, siamo capaci di farle. Non vorrei che il nostro Paese sia quello in cui i ponti cadono, dobbiamo essere quello in cui i ponti si costruiscono in 9 mesi – commenta Salini -. Modello Genova significa decidere, usare società competenti ma soprattutto tornare all’amministrazione pubblica. Questa è una parola che abbiamo dimenticato e bisogna ritornarci. Oggi il messaggio che il G20 dà al Paese è che per fare il Pnrr ci vuole una forte capacità di prendere decisioni, assumendosi responsabilità, ma facendo ciò che l’Italia si aspetta, cioè ricreando il lavoro, facendo ripartire gli investimenti, costruendo le infrastrutture che ci servono per ripartire ed essere competitivi nel mondo”.

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