Risposta

Ex Ilva, Toti replica alla Cgil: “Basta egoismo sulle aree, i lavoratori hanno tutti uguali diritti”

"Non ha senso tenere del territorio a servitù di un'azienda che potrebbe avere gli stessi occupati anche senza"

Giovanni Toti

Genova. “Credo che da parte di tutti ci voglia lungimiranza e assenza di egoismo. Voler tenere del territorio a servitù di un’azienda che potrebbe avere gli stessi occupati senza tutto quel territorio è qualcosa che non ha senso nei termini della transizione. Quello spazio lo utilizzeremo al meglio per tanti lavoratori che hanno tutti uguali diritti”.

Così il presidente ligure Giovanni Toti, a margine del convegno organizzato dalla Cgil sul tema della transizione ecologica, replica all’altolà dei sindacato sulla proposta di sottrarre parte delle aree di Cornigliano all’acciaieria per costruire un impianto per la chiusura del ciclo dei rifiuti in grado anche di produrre idrogeno per il porto.

L’ex segretario della Fiom genovese Bruno Manganaro lo ha detto chiaro stamattina: “C’è un gioco della politica che ogni tanto prova a decidere cosa si può mettere sulle aree di Cornigliano: finché si tratta di un gioco virtuale ognuno è libero di giocare, ma poi bisogna sapere che c’è la realtà che vuol dire accordo di programma, piano industriale della siderurgia, vuol dire discutere con i lavoratori e i sindacati e se questo non viene fatto sono problemi”.

“Sicuramente bisogna parlarne tutti insieme, ci mancherebbe altro – ha risposto Toti -. Nessuno vuole privare l’Italia e men che meno Genova dell’unica fabbrica di produzione di latta in un momento in cui il Paese riparte”. Tuttavia, ha proseguito il governatore, “abbiamo la certezza che quel milione e oltre di metri quadrati occupato un tempo delle acciaierie non tornerà a essere occupato tutto. in questo momento quell’azienda assorbe meno manodopera di quanto potrebbe, ci auguriamo che con Acciaierie d’Italia possa al più presto ritornare a livelli occupazionali più alti”.

E quindi il progetto, che è già allo studio di Iren e NextChem, rimane un’ipotesi concreta anche se realizzarlo vorrebbe dire ridiscutere l’accordo di programma con tutte le complicazioni che questo comporta. Nessun commento a margine del convegno dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, che si è limitato a ricordare il “grande programma da oltre 2 miliardi per una cinquantina di nuovi impianti di economia circolare, sfruttamento rifiuti eccetera. I progetti migliori vinceranno. C’è ampio margine per tutti, non tutte le città che abbiamo hanno problemi di impianti”.

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