L'analisi

Condizione fisica ottima e tenuta mentale le armi della Sampdoria di D’Aversa fotogallery

Individualità in crescita, che compongono una "squadra" di nome e di fatto

Sampdoria Vs Inter

Genova. Una partita giocata a ritmi altissimi, con l’Inter che non è riuscita a esprimere le proprie individualità se non in alcune sporadiche occasioni. La Sampdoria esce estremamente rafforzata dal 2-2 interno al Ferraris. Un pareggio che quasi va stretto ai blucerchiati, alla luce sia delle occasioni da gol, sia di alcune decisioni arbitrali che li penalizzano. Difficile anche per i più equilibrati non giudicare fallosa la spinta su Damsgaard in occasione della seconda rete dei neroazzurri. Coi se e coi ma non si fa la storia e quindi non si può sapere come si sarebbe sviluppata la partita se quella rete fosse stata annullata, quello che è certo è che la Sampdoria è stata in grado di recuperare per due volte lo svantaggio e di mettere ulteriormente in difficoltà i campioni d’Italia. Una tenuta mentale che si vede eccome. Si contano davvero sulle dita di una mano i “cali” della squadra, nonostante il gran caldo, nonostante gli avversari di fronte fossero i campioni d’Italia.

Un pressing molto alto, una squadra di nome e di fatto, con i giocatori sempre vicini l’uno all’altro in modo da non mettere in difficoltà il proprio portatore di palla. Tanti, tantissimi i cross: 28 secondo le statistiche di gazzetta.it.
L’inserimento di Caputo ha dato una maggiore solidità al reparto offensivo, anche se oggi il gol non è arrivato e il giocatore si è visto poco a livello di conclusioni, ma avere due come lui e Quagliarella a cui badare, insieme a un Damsgaard che conferma un ottimo stato di forma, rende tutto più difficile agli avversari e alla Sampdoria un maggior respiro nella gestione delle due fasi.
Augello, autore della rete del pareggio, conferma di essere un giocatore in crescita anche in termini di sicurezza offensiva. Thorsby “sette polmoni” ha dato tutto per interrompere la fase di impostazione della squadra di Inzaghi. Difficile trovare un singolo che non abbia svolto il suo dovere in modo più che soddisfacente.

Le sbavature, poche, sono state pagate sin troppo care, come spesso accade contro le “big”.
Con l’uscita di Quagliarella è durato poco Caputo unica punta, perché D’Aversa, dimostrando grande carattere, ha lanciato il segnale di non accontentarsi sino all’ultimo del pareggio, inserendo Torregrossa. Un atteggiamento che fa bene a questa Sampdoria e ai suoi tifosi. Oggi erano oltre settemila allo stadio: qualche disagio per i controlli ai varchi, ma un clima da vera festa all’interno dell’impianto. Gli ultras hanno deciso di non entrare per la filosofia del “o tutti o nessuno”, sostenendo comunque la squadra all’arrivo al campo e bloccando corso De Stefanis. Chi invece era dentro ha tifato in modo estemporaneo e genuino, meno organizzato, ma forse anche più vero. Una giusta via di mezzo in quest’epoca in cui le restrizioni sono ovunque e bisogna stringere i denti.

Sampdoria-Inter 2-2

Reti: 17′ Dimarco; 34′ Yoshida; 44′ Lautaro; 47′ Augello

Sampdoria: Audero; Bereszynski, Yoshida, Colley, Augello (78′ Murru); Candreva, Silva (88′ Torregrossa), Thorsby, Damsgaard (78′ Verre); Caputo, Quagliarella (67′ Askildsen).
A disposizione: Falcone, Chabot, Ciervo, Depaoli, Dragusin, Ihattaren, Ferrari,  Trimboli.
Allenatore: D’Aversa

Inter: Handanovic; Skriniar, De Vrij, Dimarco (67′ Dumfries); Darmian, Barella, Brozovic (53′ Vidal), Calhanoglu (67′ Sensi), Perisic (53′ D’Ambrosio); Dzeko, Lautaro (62′ Correa).
A disposizione: Cordaz, Radu, Gagliardini, Sanchez, Vecino, Kolarov, Ranocchia.
Allenatore: Inzaghi

Arbitro: Orsato di Schio

Ammoniti: Thorsby, Bereszynski, Colley, Silva (S); Brozovic, Dzeko, Correa, Vidal (I)

Spettatori: 7.441 per un incasso di 216.409 euro.

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