"incubo" bolkestein

“Canoni demaniali troppo bassi? Pronti a ridiscuterli, ma tenendo conto di tutto quello che paghiamo”: l’apertura di Schiappapietra (Sib)

Nel savonese bilancio di fine stagione con il segno più. Ma il premier Draghi apre alla riforma della concorrenza e “l’incubo” Bolkestein torna ad agitare la categoria

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Liguria. Se quella del 2020 era stata una stagione caratterizzata dalle grandi incertezze generate dall’esplosione del Covid, l’estate che sta per concludersi ha rappresentato il raggiungimento di un difficile punto di equilibrio nella inevitabile convivenza con il virus.

Le imprese balneari savonesi hanno fatto registrare il tutto esaurito nella settimana di Ferragosto, ma nel complesso il segno più è stato pressoché costante anche negli altri mesi estivi. Sono stati soprattutto gli italiani a popolare le spiagge della riviera, mentre è stata ancora timida la risposta da parte degli stranieri.

Nonostante il periodo ancora particolarmente complicato, quindi, tra i balneari c’è grande soddisfazione per i risultati raggiunti: non solo per i numeri in termini di presenze, ma anche perché da inizio stagione non è stato registrato alcun cluster Covid.

MA (RI)ECCO “L’INCUBO” BOLKESTEIN…

Ma ad ombrelloni chiusi e sdraio ripiegate, ecco (ri)comparire all’orizzonte lo “spauracchio” della Bolkestein. Dal 2006, l’Europa sta chiedendo all’Italia di applicare la direttiva (la quale, una volta applicata, obbligherebbe il nostro Paese a bandire gare per concedere le spiagge nazionali). E mentre l’Antitrust continua a fare pressioni sul Parlamento affinché venga modificata – in armonia con quella europea – l’attuale legge nazionale, il nostro Paese sta “collezionando” lettere di messa in mora da parte della Commisione Ue.

Attualmente la situazione è abbastanza paradossale: la legge nazionale (quella di Bilancio del 2019 approvata dalla Lega e dal M5S) ha prorogato le concessioni balneari fino al 2034, ma questo provvedimento risulta essere in palese violazione dell’ormai famigerata Bolkestein. E così accade anche in Liguria, dove la legge regionale 145 estende le concessioni sino al 2033.

… E LA MOSSA DI DRAGHI

Si potrebbe pensare che la scadenza non sia esattamente dietro l’angolo, ma il premier Mario Draghi, com’è noto, è uno di quelli che con l’Europa non vuole avere attriti. Costi quel che costi. Ecco perché il tema delle concessioni balneari potrebbe tornare sul tavolo del governo (secondo alcune fonti anche prima del voto delle amministrative) andando a riaccendere una polemica che ormai dura dall’ormai lontano 2006.

Il capo del Governo, in particolare, sembrerebbe intenzionato a risolvere la questione aprendo alla riforma della concorrenza. Tra i partiti in prima linea nella lotta alla Bolkestein (come la Lega) è subito scattato l’allarme e non sono pochi i parlamentari che hanno già voluto mettere le mani avanti mettendo in guardia l’esecutivo.

MA COSA NE PENSANO I DIRETTI INTERESSATI?

Lo abbiamo chiesto a Enrico Schiappapietra, presidente regionale e provinciale del Sib-Bagni Marini: “Di questo argomento se ne continua a parlare da anni – spiega -. Noi abbiamo bisogno di sicurezze. Dobbiamo sapere che possiamo investire con tranquillità sulle nostre imprese turistiche. Come turismo in Liguria rappresentiamo circa il 3% del Pil. Quindi la nostra richiesta è quella di avere norme chiare che ci permettano di continuare il nostro lavoro e investire”.

Schiappapietra ricorda anche le difficoltà che il settore ha dovuto affrontare negli ultimi anni: “Ricordiamo che noi veniamo da due anni di Covid ormai – ha continuato il presidente del Sib -, con tutte le difficoltà applicative del caso, e non dimentichiamoci la mareggiata del 2018 che ha messo in ginocchio diverse imprese. Sono tutti piccoli imprenditori che nelle difficoltà hanno dimostrato di saper fare bene il loro lavoro”.

CANONI DEMANIALI: POCA SPESA, MASSIMA RESA?

In Italia esistono quasi 30mila concessioni demaniali marittime e di queste più di 21 mila nel 2019 hanno versato allo Stato un canone inferiore ai 2500 euro. A ricordarlo, in un report pubblicato a inizio 2021, è stata l’Antitrust.

A questo punto la domanda sorge spontanea: ma i balneari savonesi (liguri) sarebbero disposti a ridiscutere/ricalibrare questi canoni?

“Partiamo dal presupposto che c’è già stata una correzione verso l’alto dei minimi demaniali da 400 euro a un minimo di 2500 euro anche per la concessioni piccolissime – precisa Schiappapietra -. Ma noi non abbiamo alcun tipo di problema a ridiscutere i canoni per quel che concerne una giusta valorizzazione dei beni dello Stato. Tuttavia dobbiamo tenere conto che tutti gli interventi sono a carico del privato, il quale deve anche pagare le imposte (Iva, Tari) come tutti”.

Il presidente del Sib, quindi, apre ad una ridiscussione dei canoni. Ma ad una condizione: “Noi non alziamo alcun muro contro qualsiasi tipo di discussione, ma bisogna tenere conto che ai concessionari in questi anni sono state chieste anche altre voci fiscali passive di cui va e andrà tenuto conto”.

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