Il progetto

Aree ex Ilva, spunta l’ipotesi di un impianto per chiudere il ciclo dei rifiuti e produrre idrogeno

"Su un milione e centimila metriquadri stiamo parlando di briciole - precisa Toti - ma riteniamo che l'acciaieria possa arrivare ai pieni livelli occupazionali potendo dare comunque il suo contributo in termini di aree".

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Genova. Un impianto per la chiusura del ciclo dei rifiuti e la produzione di idrogeno nelle aree ex Ilva che consentirebbe da un lato di sviluppare il progetto di un porto ‘green’ e dall’altro di incrementare il riciclo e la differenziata e chiudere il ciclo senza ricorrere a un termovalorizzatore.

L’ipotesi si è affacciata con una certa concretezza oggi pomeriggio nel corso della visita al porto di Genova del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.

A illustrare il progetto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti al termine della visita: “Per le aree Ilva di Genova Cornigliano ci sono tanti progetti legati al porto green, compreso uno degli impianti legati al piano sull’Ato unico, che portiamo in Consiglio regionale nelle prossime settimane, che consentirà senza termovalorizzatore di chiudere il ciclo dei rifiuti legato alla differenziata. Quella potrebbe essere una delle destinazioni di cui abbiamo parlato anche on il ministro Cingolani”

L’interlocuzione viene confermata dallo stesso Giorgetti che spiega come un uso diverso di parte di quelle aree “è assolutamente possibile. Ne abbiamo parlato col sindaco e il presidente della Regione. Ci sono idee interessanti e compatibili coi progetti di trasformazione ambientale. Naturalmente ci vuole il concerto della proprietà e proprio per questo un assetto stabile con una prospettiva di lungo permette di razionalizzare le scelte sugli spazi che sono abbandonati”.

Al momento non si sa quanto spazio occuperebbe il nuovo impianto e comunque non sarebbero in discussione i livelli di occupazione per l’ex Ilva.

“La priorità ovviamente va all’acciaio e alla ripartenza della filiera e ai livelli occupazioni ma c’è l’area che già oggi interessata ai lavori di Società per Cornigliano, quella legata all’ex centrale termica, che è da abbattere e demolire, che può essere marginalmente sottratta a quello stabilimento senza modificarne significativamente il layout e la capacità produttiva che speriamo torni a crescere – ha proseguito Toti che sa benissimo quanto il tema sia delicato nel dialogo con i sindacati.

A chi ricorda al governatore ligure come per ridefinire le aree di produzione dello stabilimento di Cornigliano sia necessario rivedere l’accordo di programma del 2005, lui risponde: “L’accordo di programma di fatto è già rivisto perché specifica oltre 2mila lavoratori per quelle aree, oggi i lavoratori sono meno di 1500 ma soprattutto a noi interessa che quell’acciaieria riprende slancio e lavori al meglio delle sue possibilità“.

“Se avesse bisogno di tutto lo spazio, cioè di oltre un milione di metri quadrati in concessione – conclude Toti – ovviamente non se ne discuterebbe. Ma riteniamo che possa arrivare ai pieni livelli occupazionali potendo dare il suo contributo in termini di aree, e comunque su un 1,1 milioni di metri quadrati stiamo parlando di briciole”.

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