Genova. Green pass anche per salire sull’autobus? L’idea stuzzica da settimane buona parte della politica nazionale e locale. Anche perché la riapertura delle scuole è ormai dietro l’angolo e, al di là degli obblighi per il personale scolastico che dovrà essere in possesso della certificazione verde per lavorare, il nodo dei trasporti è considerato cruciale per una ripresa della didattica in presenza in piena sicurezza. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo un mare di perplessità: come quelle dei sindacati genovesi, che bollano l’ipotesi come “inapplicabile“.
A rilanciare oggi è stato il presidente ligure Giovanni Toti: “Per entrare a Pompei si chiede il green pass, per salire sul treno no. Oggi stimiamo che con l’80% di capienza e l’uso della mascherina si può garantire sicurezza. Tagliamo la testa al toro: mettiamo il green pass obbligatorio anche per il trasporto pubblico locale – ha detto a ‘Morning News’ su Canale 5 -. Il nodo trasporti è fondamentale, non lo risolveremo in modo facile né in modo rapido. Purtroppo abbiamo una rete spesso obsoleta e inadeguata in termini di capienza, non basta l’impegno dei privati”.
Ma come si fa ad accertare che i passeggeri siano dotati di green pass data l’assenza di sistemi automatici in grado di leggere il QR Code sulla maggior parte dei mezzi di trasporto pubblico? “È inapplicabile – taglia corto Andrea Gamba, segretario genovese della Filt Cgil -. Il problema è alla fonte. Il controllo dovrebbe avvenire al momento dell’acquisto del biglietto. Altrimenti, una volta che un cittadino ha pagato per il viaggio, lo facciamo scendere?”.
A controllare, in linea teorica, potrebbero essere i verificatori. Che, secondo le nuove linee guida anticipate dal ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini in un’intervista a RaiNews24, potranno tornare a bordo dei mezzi mentre ad oggi in teoria dovrebbero operare solo alle fermate (ma Amt aveva già varato un protocollo differente). In base alle indicazioni, inviate anche alle Regioni che dovranno poi costruire ciascuna il suo piano, il controllore dovrà verificare non solo il biglietto ma anche la corretta applicazione delle misure anti-Covid, dalla capienza all’80% al distanziamento, fino al corretto utilizzo della mascherina.
“Ma il controllore serve a verificare i titoli di viaggio, se deve verificare anche il green pass diventa un problema perché a quel punto chi è senza biglietto fa in tempo a scappare – prosegue il sindacalista Gamba -. L’unica verifica possibile è sugli abbonamenti annuali: l’azienda dovrebbe chiamare tutti i titolari e disattivare quelli di chi non è in regola”. Dubbi anche sulla questione della capienza: “Servirebbero l’indicazione del numero massimo consentito su ogni bus e un contapersone per ogni mezzo. E comunque, se la capienza viene superata, chi si fa scendere?”.
“In linea teorica chi verifica il biglietto potrebbe controllare anche il green pass ma il problema è sulla dislocazione dei controlli – riflette Giuseppe Gulli, segretario ligure della Uiltrasporti -. Per quello che riguarda l’evasione tariffaria, infatti, sono stati definiti in maniera scientifica alcuni punti della città dove fare principalmente i controlli mirati mentre in questo caso sarebbe impossibile. Sarebbe necessario tantissimo personale che le aziende oggi non hanno. E poi che cosa succede a una persona che non ha il green pass? Lo facciamo scendere dall’autobus? Oggi non c’è l’obbligo vaccinale e quindi con quale criterio si impedisce il diritto alla mobilità, che è sancito dalla Costituzione, a chi non è vaccinato? Che non venga in mente a nessuno di utilizzare gli autisti come verificatori perché su questo non siamo assolutamente disponibili”.
E anche l’ipotesi di schierare un controllore per ogni vettura in servizio, sul modello del bigliettaio d’altri tempi, sembra del tutto impercorribile. “Nessuna azienda è in grado di mettere in servizio tanti controllori – avverte l’assessore regionale Gianni Berrino – Ci vogliono centinaia e centinaia di assunzioni. Per reggere un impatto economico così forte bisogna incrementare il fondo nazionale trasporti”. Per dare un’idea, ogni giorno Amt Genova impiega 50 verificatori su un migliaio di turni di guida in un giorno feriale.
Per il momento l’azienda di trasporto pubblico genovese non si sbilancia: “Sul tema attendiamo di conoscere con precisione le eventuali norme e regolamenti applicabili visto che, ad oggi, registriamo delle dichiarazioni ma non ancora una disciplina specifica”. Giovedì è previsto un incontro coi presidenti delle Regioni: “Il Governo ha messo in campo risorse senza precedenti – ha commentato il ministro Giovannini -. Per il secondo semestre dell’anno ci sono oltre 600 milioni di euro per i servizi aggiuntivi che le regioni devono mettere in campo sulla base dei tavoli prefettizi cioè i luoghi dove provincia per provincia viene fatta la pianificazione e 800 milioni peer compensare i maggiori costi” e le perdite legate alla pandemia da Covid.