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Sanitari no-vax sospesi, Cumpanis: “Attacco spietato alla dignità dei lavoratori, no al ricatto”

L'associazione comunista: "Non sono no-vax, ma solo gente che non vuole rischiare la morte facendosi inoculare vaccini sperimentali"

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Genova. “Come comunisti, ci opponiamo con tutte le nostre forze a queste sospensioni, preludio di un licenziamento quasi certo, e non perché non riconosciamo l’importanza della lotta contro la pandemia, lotta da condurre con tutti i mezzi possibili, ma perché sappiamo bene che il bene della collettività deve comunque tenere in considerazione la dignità del singolo”. Lo scrive in un comunicato l’associazione politico-culturale Cumpanis dopo le notizie delle prime sospensioni di sanitari non vaccinati che costringono gli ospedali a cercare con urgenza nuovo personale.

“E quale dignità vi può essere, quando, sotto il ricatto della perdita del posto di lavoro, centinaia di migliaia di lavoratori sono stati costretti a subire un trattamento sanitario che, lo ripetiamo, è ancora nella fase sperimentale, ha già causato decine di morti e migliaia di effetti collaterali gravi e di cui non si conoscono i potenziali effetti nefasti a medio e lungo termine, visto che gli studi sperimentali sono ancora in corso?”, prosegue Cumpanis.

Tra gli “attacchi spietati alla classe lavoratrice” del governo Draghi “ci sono anche i demansionamenti e le sospensioni, preludio al licenziamento, di centinaia se non migliaia tra infermieri, OSS e sanitari sprezzantemente definiti no-vax“.

“Chiariamo una cosa: la stragrande maggioranza di essi non è affatto no-vax, è semplicemente gente che, di fronte a dei vaccini ancora sperimentali e caratterizzati da importanti effetti collaterali gravi tra i quali anche la morte, non se la sente di mettere a rischio la propria vita facendosi inoculare dei farmaci scelti per lei da un governo che pone il profitto delle multinazionali farmaceutiche davanti alla salute dei suoi amministrati – conclude Cumpanis -. E, cosa ancora più grave, mentre questi lavoratori vengono sospesi senza salario, alcuni ospedali, come il San Martino di Genova, emettono bandi per assumere (non si sa con quale contratto e con quali garanzie) nuovi infermieri in sostituzione di quelli sospesi, facendo così presagire che per i sanitari sospesi la strada è ormai segnata”.

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