Donne

Parità di genere, Chiara Corazza lancia le proposte del Women’s Forum al G20

Tra gli obiettivi quello di dedicare il 3% del 15% delle imposte globali pagate dalle grandi imprese alla parità di genere nel settore STEM, scientifico-tecnologico

Chiara Corazza

Santa Margherita Ligure. Chiara Corazza, Special Representative di Women’s Forum per il G20 ed il G7, ha partecipato alla conferenza del G20 sull’empowerment femminile, illustrando quali azioni intraprendere per un futuro all’insegna della parità di genere.

Nel panel STEM della conferenza G20 ha presentato alcune delle proposte del Women’s Forum (l’insieme delle 10 proposte saranno infatti svelate al WFG20 Italy a Milano), come spiega nel suo intervento, apertosi con il ringraziamento al Presidente Draghi, alla Ministra Bonetti ed all’intero governo per questo primo G20 al femminile, che pone le basi per la costruzione di un mondo più inclusivo nel post pandemia.

“Se da un lato, l’attuale crisi economica, sociale e sanitaria rischia di annullare i risultati raggiunti negli ultimi decenni in termini di parità di genere, dall’altro questa pandemia rappresenta un momento unico per modificare i paradigmi della nostra economia e della nostra società, creando così un mondo migliore a beneficio di tutti” evidenzia la Corazza. “Al Women’s Forum for the Economy & Society siamo convinti che il cambiamento può davvero partire dai Paesi del G20, per questo oggi presentiamo qui il nostro piano d’azione”.

Fra le iniziative presentate dall’ambasciatrice del Women’s Forum, Chiara Corazza, la prima mira a dedicare il 3% del 15% delle imposte globali pagate dalle grandi imprese (come stabilito dal G20 nel 2021) alla parità di genere nel settore STEM (scientifico-tecnologico). Per realizzarla è fondamentale dedicare 4,5 miliardi di euro l’anno per non meno di 10 anni, combattendo così gli stereotipi contro le donne nel settore scientifico e rendendo loro attraente il mondo STEM.

Il secondo spunto riguarda l’istituzione di programmi di formazione STEM dedicati alle donne, di carattere nazionale e duraturi nel tempo. Per far questo sarà cruciale, spiega Chiara Corazza, “creare una sinergia fra pubblico e privato, coinvolgendo ad esempio le università e le ONG per mettere in piedi appositi programmi di formazione e sviluppo delle competenze”. Basti pensare che nel caso dell’Italia, le donne laureate in questo settore sono poco più del 15% contro il 34% degli uomini, più del doppio.

La terza proposta del Women’s Forum riguarda una sfida innovativa come quella dell’intelligenza artificiale, agevolando ed incentivando questa tecnologia tramite un credito d’imposta ad hoc per le aziende che ne faranno un uso inclusivo adottando un approccio gender-responsive nel suo sviluppo e nella sua distribuzione. Questo investimento ne garantirà il migliore utilizzo a beneficio di tutta la società, garantendo un accesso equo fra i generi anche alle professioni del futuro.

Una parità di genere che, qui in Italia, non è percepita dai cittadini, come dimostra lo studio Barometro G7 2021 di Women’s Forum for the Economy&Society e Ipsos. Il 56% della popolazione ritiene che nel campo dell’Intelligenza Artificiale le donne abbiano meno chances degli uomini, generalizzandolo al mondo del lavoro nel suo complesso si arriva ad un 70% che pensa che una donna abbia meno possibilità di successo sul lavoro rispetto ad un collega maschio.

Solo manovre a favore dell’inclusione potranno invertire questo trend e questa percezione, apportando di conseguenza benefici alle imprese ed alla società; punto su cui i cittadini dei Paesi dell’area G20 concordano: 8 su 10 ritengono infatti una priorità la riduzione del gender gap.

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