Dialogo

Parco nazionale di Portofino, per ora niente accordo ma si parte dalla proposta del Wwf

Fumata grigia all'incontro in prefettura, Cingolani: "Ci rivedremo ad agosto per la perimetrazione definitiva". Toti: "Nessuna imposizione, è quello che volevamo sentirci dire"

parco  nazionale portofino

Genova. Fumata grigia all’incontro in prefettura tra il ministro dell’Ambiente Roberto Cingolani, il presidente ligure Giovanni Toti e i sindaci del Levante per definire i futuri confini del Parco Nazionale di Portofino, per ora disegnati provvisoriamente dall’Ispra in modo da includere 11 comuni dopo la sentenza del Tar che ha dato ragione all’associazione Amici del Monte di Portofino. 

“Abbiamo discusso a lungo della risposta che diamo alla sentenza del Tar ma soprattutto di prospettive. Abbiamo deciso che la terza settimana di agosto faremo un tavolo di lavoro cui parteciperà un gruppo selezionato. L’idea è quella di discutere cosa dovrà diventare l’area del parco, però bisogna capire molto bene la perimetrazione che potrebbe essere definitiva, che sarà sia di mare sia di terra, ma che sia anche compatibile con le istanze del territorio – ha spiegato Cingolani -. Nel momento in cui si fa un’operazione di questo tipo si deve verificare che l’impatto che avrà sulle opere viarie e sul dissesto idrogeologico sia corretta e condivisa con i Comuni“.

“La cosa fondamentale oggi che cambia segno a una sentenza del Tar che giudico turpe, fatta sulla base del ricorso di poche persone che credo un po’ massimaliste nelle loro idee, è che il parco si farà solamente se condiviso dagli enti territoriali e vissuto come un’opportunità dei cittadini”, ha detto Toti.

Di certo si partirà dalla proposta del Wwf, fondere il parco regionale con l’area marina protetta, ma probabilmente bisognerà intervenire anche per ritoccare alcuni vincoli: “È certamente la base iniziale – ha confermato Toti – ma con regole di salvaguardia che non possono essere certamente quelle che si ventilano: sul divieto assoluto di sorvolo anche il ministro ha convenuto che è impensabile, così come le opere di difesa costiera di alcuni comuni inseriti nella perimetrazione, così come le opere per gestire il traffico di una delle zone più congestionate della Liguria in estate. C’è molto lavoro da fare ma siamo sulla strada giusta. I due concetti di fondo sono che il parco dev’essere un’opportunità reale di razionalizzazione, investimenti, deve proteggere un’area pregiata ma lo deve fare compatibilmente con le esigenze economiche e sociali di quei territori; e che comunque non si andrà avanti se non con un percorso di condivisione, senza strappi e senza imposizioni. Credo fosse quello che i sindaci volevano sentirsi dire”.

La proposta del Wwf “è di principio molto interessante – aggiunge Cingolani -. Questo senza dubbio è l’argomento su cui lavorano tutti i sindaci, la Regione e anche il ministero. Però un progetto di natura esecutiva richiede più lavoro ed è quello che faremo nelle prossime settimane. L’obiettivo è ampliare i confini, ma deve essere un ampliamento intelligente ed efficace, dal punto di vista ambientale, delle bellezze, ma anche del fatto che è una zona turistica. I Comuni, che hanno capito perfettamente questa istanza, arriveranno con le loro idee e metteremo tutto insieme”. D’altra parte l’ipotesi di un perimetro che coinvolga tutti gli 11 comuni non è esclusa: “Tutti lavoreranno a questo tavolo, tutti hanno detto che ci rivedremo intorno alla terza settimana di agosto”.

Ma anche i requisiti minimi per la superficie potrebbero essere rivisti. “Abbiamo fatto notare che non possiamo tener conto di criteri numerici sulla superficie del parco dettati da Roma anche in considerazione della superficie della Liguria – riferisce il vicepresidente Alessandro Piana al termine del vertice -. Da noi un parco di 1.200 metri quadrati può coesistere col territorio perché è una proporzione diretta di quel territorio. Non possiamo fare paragoni irriverenti con altre regioni, bisogna tenere conto della peculiarità del nostro territorio“. E il ministero ha accettato? “Assolutamente sì, è un ragionamento che non avevano fatto all’inizio. Pur essendo una regione particolarmente piccola abbiamo sei parchi regionali, un parco nazionale, tre aree marine protette e tre parchi comunali, tutti ben gestiti in maniera virtuosa. Si deve partire da quello che c’è”.

“In questa vicenda alcuni hanno intenzione e interesse a portare le loro comunità, altri hanno mille ragioni per essene esclusi – aggiunge Pierluigi Vinai, direttore generale di Anci -. Noi dobbiamo fare in modo che in questo progetto che andremo a costruire, non le sentenze e le dichiarazioni degli ambientalisti, ci staranno i territori che devono e vogliono starci, alle condizioni che la legge consente e con le prospettive di sviluppo che la legge permette e coi fondi che potranno essere impegnati. Coloro che sono in grado di dimostrare che da questo progetto di parco non solo non hanno nessun beneficio ma anche impedimenti, faremo in modo che non siano presenti nel parco”.

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