Genova. La notizia delle nuove chiusure della statale del Turchino per i cantieri relativi al frana del gnocchetto non è stata accolta con favore dalla comunità della valle Stura, che per nove giorni tornerà nell’incubo di una viabilità all’insegna del caos e dei disagi.
A far saltare sulla sedia tutti i cittadini e i pendolari che quella strada attraversano quotidianamente per andare e tornare dal posto di lavoro sono le modalità: la chiusura 24h del varco per permettere la movimentazione in sicurezza degli enormi massi del piè di frana.
“I Sindaci delle Valli Stura e Orba si erano opposti negli scorsi giorni all’ipotesi di questa soluzione, proponendo che la rimozione si concentrasse durante gli orari in cui la strada è già chiusa – scrivono dall’Unione del comuni delle valli Stura Orba Leira – ANAS rassicura che sia stata valutata la situazione attentamente, ma per motivi di sicurezza, la movimentazione di questo materiale di grandi dimensioni può essere eseguita solo alla luce del giorno. Abbiamo ribadito nostra unanime richiesta di soluzione alternativa ed oggi porteremo all’attenzione dei rispettivi Prefetti nostra preoccupazione per ennesimo disagio sulla strada del Turchino e che riteniamo inaccettabile una nuova, a nostro avviso evitabile o quantomeno riducibile, chiusura”.
Ma al prefetto di Alessandria una lettera è già arrivata, vale a dire quella dei cittadini della valle organizzati nel Gruppo Viabilità Valle Stura e Orba, che da tempo si batte per le tante problematiche legate alla viabilità: “Abbiamo visto i mezzi lavorare per rimuovere la terra già in questi giorni con la SS456 transitabile e ci domandiamo quindi se non fosse possibile operare anche in futuro senza dover chiudere il traffico, seppur presumibilmente con tempi più lunghi per il completamento delle operazioni – si legge nella missiva Ci chiediamo altresì perché non possa essere presa in considerazione l’apertura quanto meno con finestre temporali che permettano ai pendolari di poter usufruire della SS456 per andare al lavoro. Se si garantisse un’apertura per fasce orarie dalle 5 alle 9 del mattino, dalle 13 alle 15 del pomeriggio e dalle 17 alle 23 (lavorando sulla frana nei restanti orari) si potrebbe garantire alla quasi totalità dei lavoratori il passaggio sulla SS456 evitando il passaggio in autostrada o attraverso la “sempre benedetta” ma assai disagevole strada del Termo”.
Ma non solo: “Ne approfittiamo anche per chiedere all’Unione dei Comuni SOL ed al Comune di Ovada un incontro che ci spieghi chiaramente lo stato dell’arte, su come stiano procedendo i lavori, quale sia il progetto definitivo di sistemazione della SS456 ed i tempi di ultimazione del cantiere. Abbiamo bisogno di chiarezza e di sapere la programmazione dei lavori senza un così scarso preavviso, perché anche la programmazione del nostro lavoro è importante, tanto quanto quella di chi opera nel cantiere di Gnocchetto”.