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Liguria indietro sui vaccini per over 50 e giovanissimi, immunizzati sotto la media nazionale

I dati della fondazione Gimbe: il 15,3% degli over 50 e il 52,4% della fascia 12-19 anni non ha ricevuto nemmeno una dose

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Genova. La Liguria rallenta sui vaccini. A dirlo sono i dati dell’ultimo report della fondazione Gimbe: la nostra regione si colloca appena sotto la media nazionale per popolazione immunizzata a ciclo completo (61,8% contro il 61,9%) e per vaccinati con almeno una dose (70,3% contro il 70,5%) ma sia sugli over 50 sia sui giovanissimi si registrano percentuali di persone non vaccinate tra le più alte in Italia.

In Liguria il 15,3% della popolazione con almeno 50 anni non ha ricevuto nemmeno la prima dose. Si tratta del dato più alto dopo quelli di Sicilia (19,6%), Calabria (18,9%), Bolzano (18%), Friuli Venezia Giulia (17,9%) e Valle d’Aosta (16,2%). La media nazionale è del 12,9%. Risultato migliore in assoluto, invece, quello della Puglia (8,2%). “Il sostanziale appiattimento dei trend di vaccinazione in queste fasce d’età conferma l’esitazione vaccinale degli over 50, mentre salgono tutte le curve degli under 40”, rileva la fondazione Gimbe.

Per quanto riguarda la popolazione nella fascia 12-19 anni, nonostante l’apertura dei canali dedicati, la Liguria è tra le regioni che registrano performance peggiori: il 52,4% non ha ancora ricevuto nessuna dose (superati solo da Bolzano 62,1% e Friuli Venezia Giulia 52,5%). La media nazionale è del 46,9%, mentre il primato positivo è quello della Sardegna col 39% di giovanissimi ancora in attesa. “Non è realistico l’obiettivo di coprire con il ciclo completo il 60-65% prima dell’inizio dell’anno scolastico, visto che il 46,9% (2.137.396) non ha ancora ricevuto nemmeno una dose e il 23,9% (1.091.097) solo la prima, con marcate differenze regionali”, rileva la fondazione.

D’altra parte i dati sulla pandemia dimostrano che la situazione in Liguria non è allarmante, come avevamo osservato ieri. I posti letto occupati da pazienti Covid sono il 5% in area medica (soglia di rischio 15%) e il 5% in terapia intensiva (soglia di rischio 10%). La media nazionale è rispettivamente del 7% e del 6%. A superare queste soglie sono invece la Sicilia (19% area medica, 11% terapia intensiva), praticamente certa di finire in zona gialla da lunedì prossimo, e in parte la Sardegna (14% area medica, 11% terapia intensiva) ancora in bilico.

In Liguria si osserva comunque una crescita dei nuovi casi pari al 5,5%, che è comunque tra le più basse se si guardano i dati di Bolzano (37,6%), Sicilia (33,6%), Abruzzo (16,5%), Calabria (16,3%), ma lievemente sopra la media nazionale (4,3%). Attualmente ci sono 131 casi positivi ogni 100mila abitanti (media italiana 227). L’incidenza settimanale dei nuovi casi raggiunge il livello più alto in provincia di Imperia (122) mentre si mantiene più basso altrove (La Spezia 78, Genova 57, Savona 53).

Terza dose

“Ad oggi mancano robuste evidenze per definire indicazioni, tempi e modalità di somministrazione, ma esistono tre ragionevoli certezze – rileva la fondazione Gimbe nel report -: innanzitutto, in assenza di test affidabili, i potenziali candidati possono essere individuati solo sulla base del rischio individuale nelle persone più a rischio di malattia severa (over 80, ospiti Rsa, immunodepressi, trapiantati e pazienti molto fragili) e negli operatori sanitari, maggiormente esposti al rischio di infezione; l’efficacia del ciclo completo nei confronti di infezione e malattia sintomatica sembra progressivamente ridursi, ma rimane elevata nei confronti di malattia grave e decesso; infine, indipendentemente dal parere del Cts , la somministrazione di una terza dose deve essere approvata dalle autorità regolatorie.

Green pass

“L’eventuale decisione di estenderne la validità a 12 mesi per le persone vaccinate o guarite non è ad oggi sostenuta da evidenze scientifiche, che al contrario iniziano a dimostrare una riduzione degli effetti della copertura vaccinale a partire dal sesto mese, in particolare negli anziani e nei soggetti fragili. Un’eventuale estensione risponderebbe dunque solo all’esigenza di coprire il ‘buco temporale’ in attesa delle decisioni delle autorità regolatorie sulla somministrazione della terza dose”, scrivono gli esperti di Gimbe.

Scuole

“Se il Governo si è impegnato a riaprire le scuole in presenza al 100%, le misure approvate con il Dl 111/2021 non contengono rilevanti cambiamenti, a fronte di una variante del virus molto più contagiosa – prosegue la fondazione Gimbe nel rapporto – . Le numerose criticità che lo scorso anno scolastico hanno ostacolato, se non reso impossibile, lo svolgimento delle lezioni in presenza non sono state finora affrontate in modo risolutivo. Non esiste alcuna rendicontazione pubblica su come siano stati impiegati i 150 milioni del decreto Sostegni (ad esempio idonea areazione e ventilazione dei locali, distanziamento fisico, eccetera); mentre i 350 milioni del decreto Sostegni bis destinati a varie misure tra cui dispositivi di protezione individuale e riprogettazione spazi ad oggi sono stati ripartiti tra le scuole solo sulla carta. Sul fronte trasporti, al di là di generiche indicazioni sullo scaglionamento degli orari di ingresso, spunta solo la figura del mobility manager per predisporre gli spostamenti casa-scuola-casa di personale scolastico e alunni. Non è previsto lo screening periodico e sistematico di studenti e personale scolastico. Unica novità è l’obbligo del green pass per il personale scolastico, non esteso agli studenti over 12 per i quali si punta, con un rischio poco ‘ragionato’, esclusivamente sulla copertura vaccinale”.

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