Non benissimo

Leonardo, carne in scatola e cibo freddo per i lavoratori senza green pass

In tutte le altre aziende si forniscono pasti caldi termosaldati, alcune hanno rinviato di qualche giorno per organizzarsi. Sono tra il 10 e il 20% i dipendenti senza cartificazione

mensa leonardo

Genova. Due panini, prosciutto a scelta, carne in scatola e un ‘fruttino’. E’ questo il menù consegnato oggi dalla mensa di Leonardo per i lavoratori senza green pass che per questo non possono consumare il pasto nei locali adibiti a mensa.

A denunciare l’accaduto l’rsu della Fiom che definisce “inaccettabile” la situazione oltre che “di un pressapochismo imbarazzante”.

“In tutte le principali aziende genovesi dove è stata applicata la fruizione differenziata della mensa – ricordano i delegati della Fiom – ai lavoratori senza green-pass è stato fornito comunque un pasto esattamente equivalente a quello fornito in mensa al resto dei colleghi”.

L’rsu ribadisce che “Leonardo deve fornire lo stesso pasto a tutti i lavoratori, come garantito dal contratto integrativo firmato pochi mesi fa.
In caso ciò non si verificasse valuteremo insieme ai lavoratori come procedere”.

All’Ilva la mensa sta servendo pasti caldi termosaldati per chi non ha il green pass, così come a Fincantieri dove hanno messo dei tavoli esterni e stanno allestendo un tendone. Lo stesso farà Ansaldo energia che tuttavia ha deciso di rinviare tutto a lunedì prossimo per organizzarsi al meglio.

“Non si capisce perché anche Leonardo se non era pronta – – commenta il segretario genovese della Fiom Stefano Bonazzi -non si è presa un paio di giorni in più per organizzarsi. Ora spero vivamente che si attrezzi in fretta e fornisca pasti caldi termosaldati come fatto tutte le altre”.

Secondo una prima stima nelle aziende metalmeccaniche i lavoratori senza green pass sono tra il 10 e il 20% del totale.

“Le aziende si stanno organizzando anche in vista dell’autonno – dice Bonazzi – e per noi la questione del pasto caldo è quella da cui non possiamo prescindere ma il problema di fondo resta quello che abbiamo già detto. Premesso che noi come Fiom non siamo no vax e non concediamo nulla a questo tipo di ideologia finché il governo non legifera non è possibile che un lavoratore senza green pass possa lavorare ma non mangiare come gli altri”.

Se alla Fincantieri di Sestri ponente non ci sono stati problemi, una lavoratrice dello stabilimento Fincantieri di Riva trigoso segnala invece come oggi, nel primo giorno di applicazione delle nuove regole, chi non aveva il green pass ha ricevuto per pranzo due panini, formaggio, prosciutto, una mela e una merendina. “Niente posate ne tovaglioli – scrive una lavoratrice a Genova24 – nella cosiddetta tensostruttura, poco più di un gazebo da mercatino dell’artigianato, non c’era nessuno e nessun servizio aggiuntivo. Le persone con il sacchetto, come me d’altra parte, si sono riversate nei giardini pubblici della passeggiata a mare”. La conferma del pasto ‘freddo’ arriva in tarda serata anche dai delegati della Fiom dello stabilimento di Riva Trigoso che si sono attivati per una soluzione analoga a quella adottata a Sestri ponente.

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