Lavagna. Come un fulmine a ciel sereno sono partiti nelle scorse ore i primi lavori propedeutici del maxi cantiere che costruirà la famosa Diga Perfigli, la grande opera pensata per contenere le piene dell’Entella, dividendo in due la piana agricola di Lavagna.
Da ieri, infatti, le ruspe, arrivate sul posto lunedì, hanno iniziato gli scavi per predisporre l’area di un cantiere che, nonostante sia stato osteggiato da tutti gli enti locali, comuni di Chiavari e Lavagna in primis, e dal quale praticamente tutti i partiti ne hanno preso le distanze, parte a tempo record, nel cuore dell’estate, con un vero e proprio blitz di Ferragosto.
Un celerità che ha spiazzato residenti e associazioni: sul progetto pende un ricorso a livello europeo e devono essere ancora discussi alcuni ricorsi al Tar sulle autorizzazioni degli espropri dei terreni che saranno attraversati da questo enorme muro di pietre e cemento, che di fatto attraverserà l’ampia pianura agricola di Lavagna. Per questo motivo da questa mattina presso l’area che diventerà cantiere sono in corso presidi e manifestazioni di protesta da parte dei residenti.
I lavori, che dureranno almeno due anni per un importo di oltre 5 milioni di euro, a nome della Città Metropolitana, sono stati vinti in appalto alla Tmg di Sondrio, azienda che negli anni scorsi, all’interno di un cantiere in Valtellina, subì l’incendio, poi rivelatosi doloso, di alcuni escavatori.
Colta di sorpresa anche l’amministrazione comunale di Lavagna: “Sull’area è in corso l’approvazione di un vincolo paesaggistico, di cui le pratiche sono già avviate – spiega il sindaco Gian Alberto Mangiante – ma son partiti i lavori, sembra sprovvisti di autorizzazione. Abbiamo immediatamente passato gli atti alla Procura della Repubblica perchè in corso un’alterazione dello stato dei luoghi prima ancora prima che si siano pronunciata la commissione regionale sul vincolo. E’ un fatto questo estremamente grave, siamo pronti ad andare fino in fondo”.