Sicurezza

Covid, arrivano i grandi del G20 e il green pass non basta più: tampone obbligatorio per gli accrediti

Le regole di sicurezza sanitaria per il summit 'superano' la normativa italiana per gli accessi agli eventi e luoghi pubblici

tampone covid

Genova. Mancano poche ore all’inizio dei lavori della riunione del G20 di Santa Margherita, dove ci si concentrerà sulle tematiche legate al “Women’s Empowerment”, e la macchina organizzativa sta approntando gli ultimi dettagli per gestire il grande e delicato evento di livello mondiale.

Imponente sarà lo schieramento di uomini e risorse per garantire la sicurezza durante lo svolgimento del summit, con diversi accorgimenti in loco e di selezione degli accessi. Ma nell’era Covid la sicurezza non si misura solamente in termini di ordine pubblico, ma anche, va da sé, in termini sanitari. Per questo motivo, per essere accreditati (per esempio tra gli organi di stampa), è richiesto l’obbligo di un tampone antigenico con esito negativo svoltosi nelle ultime 48 ore.

Una misura che di fatto supera la normativa italiana sul green pass, che in questi mesi sta ‘organizzando’ nel nostro paese l’accesso a eventi o locali pubblici di ogni sorta, con tutte le polemiche e le criticità che ben conosciamo. Una scelta che, seppur coerente con la letteratura scientifica per la quale il vaccino anti covid non esclude la possibilità di contagio ma ne riduce la probabilità (oltre a abbattere sensibilmente la manifestazioni più acute del virus), rischia di creare qualche confusione in più sul tema, proprio nei giorni in cui si discute a tutti i livelli istituzionali sulla possibilità di estendere l’obbligatorietà del certificato verde per scuole e uffici pubblici, oppure, in extrema ratio, arrivare all’obbligo vaccinale per tutti, mentre da più parti si paventa una riduzione della pratica dei tamponi.

tampone per g20 santa margherita
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