Beni culturali

Villa Pallavicini, con il restyling torna la ‘capanna svizzera’ grazie al sostegno di Asef

L’amministratore unico Maurizio Barabino: “Opera di rilievo nell’ambito del patrimonio culturale genovese”

capanna svizzera, villa pallavicini

Genova. Il fiabesco parco di Villa Durazzo Pallavicini, a Pegli, ritrova completezza e torna al suo antico, primigenio splendore. È infatti in pieno sviluppo il progetto di ricostruzione della “Capanna svizzera”, ultimo tassello del mosaico architettonico e scenografico ideato nella prima metà dell’Ottocento dall’architetto, decoratore e scenografo Michele Canzio. L’opera sarà ultimata nel prossimo mese di settembre e presentata alla città nell’ambito di un evento pubblico.

Il completamento del restauro conservativo del lussureggiante parco genovese è stato possibile grazie al sostegno in regime di “Art Bonus” di A.Se.F., la società di onoranze e trasporti funebri del Comune di Genova. Con una erogazione di trentamila euro, emessi in due tranche, la società partecipata del Comune interviene in un’area pubblica cittadina riconosciuta culturalmente nel quadro europeo come uno degli esempi eclatanti di giardino all’inglese di taglio romantico.

“Mettere il sigillo su un lavoro di tale rilievo nell’ambito del patrimonio culturale genovese – commenta l’amministratore unico di A.Se.F. Maurizio Barabino – conferma il nostro entusiasmo nell’intervenire in progetti di recupero che abbiano un valore pubblico”. Il dirigente amministrativo e gestionale di A.Se.F. Franco Rossetti specifica che “L’operazione è stata effettuata attraverso l’utilizzo dell’Art Bonus. A.Se.F. anche in questo caso ha garantito il recupero di un’opera che potrà essere fruita dal grande pubblico”.
Il parco, realizzato tra il 1840 e la fine degli anni Sessanta del diciannovesimo secolo su commissione del marchese Ignazio Alessandro Pallavicini, nella sua impostazione architettonica e paesaggistica segue le logiche del melodramma e sviluppa un sofisticato racconto esoterico massonico durante un percorso di circa tre chilometri. Il percorso si snoda come nella tragedia greca, con un prologo, un antefatto, tre atti ed un esodo finale. La trama del “viaggio” è lo sviluppo spirituale dell’uomo, attraverso un passaggio nella natura che lo riporterà alla luce dall’oscurità della partenza.

Un’impostazione intellettuale così radicale e precisa necessitava di un approccio altrettanto “elevato”. Il restauro del parco è stato affidato dal Comune di Genova allo studio “Ghigino&Associati architetti” che, successivamente, ha creato l’A.T.I. Villa Durazzo Pallavicini e ne ha assunto la concessione d’uso. Tra il 2010 ed il 2016 il Comune ha destinato quattro milioni di euro al restauro che, però, non era giunto a completamento. La ricostruzione della “Capanna svizzera”, realizzata anche grazie a un antico progetto di pugno di Canzio, porta dunque al termine la ristrutturazione generale, ridando coerenza alla composizione architettonica complessiva.

“Siamo felici di poter annoverare A.Se.F. tra i nostri graditissimi ‘amici’” commenta l’architetto Silvana Ghigino, direttore e curatore del parco di Villa Pallavicini e grande studiosa, da oltre trent’anni, della storia e della fisionomia architettonica del parco pegliese. “Il parco è stato eletto nel 2017 come parco più bello d’Italia, e il FAI (Fondo Ambiente Italiano, ndr) – aggiunge Ghigino – lo ha insignito del titolo di Luogo del Cuore della Liguria. A.Se.F. è oggi a pieno titolo sostenitrice del patrimonio culturale e paesaggistico della nostra città e regione”.

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