Aspettative deluse

Ventennale G8, Sansa: “Ci aspettavamo le scuse di Draghi a nome dello Stato”

"Se il banchiere Draghi vuole essere davvero il capo del governo, che è un ruolo molto più grande e complesso, non può tacere come ha fatto finora sul G8"

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Genova. “Lo Stato chiede scusa a Genova per la vergogna del G8″. Ci aspettavamo almeno questo dal presidente del Consiglio Draghi a vent’anni dalla più grave lesione della democrazia della storia della Repubblica”, così il consigliere regionale Ferruccio Sansa.

“Ci aspettavamo anche che il presidente del Consiglio venisse a Genova e chiedesse scusa a nome dello Stato – continua Sansa -. Nulla di tutto questo è avvenuto. Il Governo è giustamente impegnato nella gestione della pandemia e del Recovery. È giustamente impegnato nella gestione dei conti. Ma se il banchiere Draghi vuole essere davvero il capo del Governo, che è un ruolo molto più grande e complesso, non può tacere come ha fatto finora sul G8. Così anche i suoi ministri: non basta la presenza, per giunta in videoconferenza, del ministro Enrico Giovannini”.

Il capogruppo della Lista Sansa tocca anche il tema Autostrade: “Devono anche venire in Liguria, devono finalmente guardare, devono vedere e toccare con mano e affrontare il disastro di Autostrade che sta mettendo in ginocchio la nostra regione, il suo tessuto sociale ed economico. Se siamo davvero un Paese, una regione di un milione e mezzo di abitanti non può esser lasciata sola”.

Secondo Sansa tra G8 e autostrade c’è un legame nonostante le due vicende apparentemente sembrino tanto lontane: “In entrambe i liguri sono stati abbandonati dallo Stato. Anzi, sono stati traditi.Non solo, c’è in gioco un bene che è alla base della convivenza civile: la giustizia. La vicenda del G8 ha incrinato il nostro senso di giustizia e fiducia nelle istituzioni. Anche l’incredibile gestione delle infrastrutture autostradali in Liguria – ultimo capitolo è la chiusura dall’A10 di queste ore – ci fanno sentire vittime di una profonda ingiustizia di fronte alla quale lo Stato è assente e silenzioso”.

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