Genova. I tempi dei sorrisi e delle strette di mano sono ormai passati da parecchio. E le parole del “ministro del ponte”, quello dell’allora governo gialloverde, il “Conte 1, sono lontani”. “Oggi il sindaco Marco Bucci deve scegliere da che parte stare, se dalla parte dei genovesi o dalla parte delle lobby dei concessionari, gli avvocati hanno chiarito che non c’è alcuna ragione giuridica, e dico io umana, perché il Comune di Genova non si costituisca subito come parte civile nel processo sul crollo di ponte Morandi”.
Così l’ex ministro Danilo Toninelli, titolare del Mit ai tempi del disastro, in collegamento video durante la conferenza stampa convocata dal Movimento 5 Stelle a Genova per chiedere al Comune di farsi parte civile al processo e di farlo entro l’udienza preliminare.
“Il nostro non è un giudizio politico – continua – è un giudizio civico, e non è un’azione di interesse comunale, ma il fatto che tutta la popolazione di Genova sia ascoltata in aula, è una questione nazionale”. Se il Comune di Genova non si costituirà parte civile al processo penale, o tenterà una causa civile autonoma, “ci sarà solo da perdere”.
Poi Toninelli si rivolge al sindaco e commissario per la ricostruzione Marco Bucci: “Sono io che ho firmato insieme all’allora premier Conte la nomina di Bucci come commissario – ricorda – fino a oggi Bucci ha avuto lo Stato alle spalle che lo ha tenuto su un trono e lo ha fatto considerare l’eroe della situazione, ma mi permetto di ricordare che la ricostruzione è avvenuta grazie al decreto Genova che stabiliva l’estromissione del concessionario dalla ricostruzione del nuovo ponte e che lo obbligava a pagare, quindi il vero eroe è lo Stato, che dopo decenni in cui si era piegato a interessi dei privati è tornato a fare lo Stato”.
Un altro punto su cui l’ex ministro si è concentrato è quello della “trattativa privata” che il Comune starebbe portando avanti per far sì che Genova sia risarcita per i danni subiti dopo il crollo del viadotto e per i problemi legati alla manutenzione della rete. Di questa trattativa ha parlato lo stesso sindaco.
“Il problema non solo è che Bucci non è un privato cittadino o imprenditore – afferma – ma il primo cittadino ma anche che le trattative si fanno quando esiste ancora la fiducia nei confronti del soggetto con cui si tratta”. Toninelli conclude: “Bucci si fida di Aspi? Se la risposta è sì credo che ben pochi genovesi si possano sentire rappresentati da lui”.
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