Genova. La Liguria si conferma ultima regione in Italia per quota di personale scolastico vaccinato a ciclo completo: solo il 39,75% della platea di riferimento (31.149 persone) risulta immunizzato. Il dato arriva dal report settimanale sulle vaccinazioni, compilato dal ministero della Salute e aggiornato al 23 luglio, mentre sul tavolo del Governo si scalda il dossier dell’obbligo vaccinale per garantire il ritorno sui banchi in presenza. Ipotesi vista con grande favore dall’Associazione nazionale presidi, ma non dai sindacati liguri, che si mantengono perlopiù scettici e attendisti.
I numeri del ministero, hanno fatto notare in questa settimana i sindacati nazionali e lo stesso presidente ligure Giovanni Toti, sono probabilmente più bassi della realtà perché alcuni vaccinati vengono conteggiati in altre categorie (come gli ultrafragili) o non hanno dichiarato l’appartenenza professionale. Ed è anche per questo che il commissario Francesco Paolo Figliuolo ha chiesto alle Regioni una ricognizione dettagliata da inviare entro il 20 agosto: non l’elenco dei docenti “disobbedienti”, ma un dato aggregato per avere il quadro della situazione.
Secondo la sanità ligure, in base all’incrocio coi dati del ministero dell’Istruzione, il personale vaccinato con almeno una dose è il 74%, mentre nell’ultimo report risulta il 65,24%. Prendendo per buono il primo dato, vorrebbe dire che mancano all’appello circa 8mila lavoratori della scuola. Al netto delle discrepanze sui numeri, che riguardano anche le altre regioni, il confronto ci pone comunque agli ultimi posti e metterebbe a rischio il ritorno in presenza, considerato sicuro solo oltre l’85% di copertura vaccinale.
“Riteniamo che l’obbligo vaccinale sia necessario – è la netta posizione di Angelo Capizzi, presidente genovese dell’Anp -. Ovviamente dovrà essere un provvedimento di tipo legislativo e non potrà essere addossato ai dirigenti. Il rientro in presenza potrà essere garantito solo con la vaccinazione diffusa dei ragazzi e anche dei docenti, altrimenti non si potrà escludere un ritorno della Dad, questo è un dato di fatto. Le scuole sono luoghi a rischio di assembramenti significativi, dove insistono migliaia di studenti in uno stesso edificio”. Posizione che l’associazione dei presidi condivide a livello nazionale.
“Il vaccino è l’unica soluzione che può evitare la diffusione delle varianti in maniera forte, ma non sono propensa all’obbligatorietà perché ritengo che su temi come la salute le scelte debbano essere di natura individuale – commenta invece Monica Capra, segretaria ligure della Cisl Scuola – . Bisogna contemperare la libertà individuale e quella collettiva. Nella scuola fino ad oggi tanti hanno lavorato in presenza usando i dispositivi di protezione individuale. Il virus è stato importato più che esportato. Se si vaccina il personale ma non i ragazzi il problema è sempre lo stesso”.
“Io personalmente non avrei dubbi perché penso che la vaccinazione sia un diritto-dovere, ma non c’è ancora una posizione molto precisa – aggiunge Claudio Croci, segretario ligure della Cgil Scuola -. L’importante è che ci sia un’accelerazione delle vaccinazioni. Il problema non è tanto la mancanza di volontà, ma le difficoltà che si incontrano. Per molto tempo in Liguria non c’è stato un percorso dedicato, siamo partiti tardi rispetto ad altri e questo ha fatto sì che si rallentasse. Non penso che nella nostra regione ci siano più no-vax che altrove”.
In effetti in Liguria la prima corsia preferenziale per gli insegnanti era stata aperta di fatto il 15 marzo, in ritardo di qualche settimana rispetto ad altre regioni, con l’avvio delle somministrazioni di AstraZeneca da parte dei medici di famiglia nei distretti. Il giorno stesso, però, era arrivato il primo stop di Aifa ad AstraZeneca in tutta Italia. Poi le “categorie prioritarie” sono state abolite per favorire la vaccinazione dei più anziani, strategia che la Liguria aveva perseguito fin dall’inizio. Dal 13 maggio era stato riattivato un canale prioritario per gli insegnanti, ma dopo pochi giorni sono state aperte le prenotazioni per tutte le fasce d’età e di conseguenza la corsia preferenziale è stata chiusa. Tra giugno e luglio le prenotazioni hanno subito un rallentamento, rendendo la vaccinazione comoda per tutti in tempi brevissimi, ma nonostante questo gli insegnanti non sono corsi a vaccinarsi.
“Noi tuteliamo i lavoratori scuola e quindi non vogliamo discriminazioni, ma se ci fosse una legge che stabilisce l’obbligo vaccinale noi potremmo solo prenderne atto – dichiara Ferdinando Agostino, segretario ligure della Uil Scuola -. Ci guardiamo bene dal dire se è giusto o no. Ma rileviamo che molti docenti sono restii anche perché ci sono stati decessi dopo i vaccini e questo ha creato panico nel personale scolastico. Siamo giunti alla vigilia di un nuovo anno ma non si è fatto niente: ci sono sempre le classi pollaio, i distanziamenti non saranno rispettati, tutte le richieste del sindacato non sono state recepite: a questo punto il vaccino obbligatorio sarebbe l’unica arma perché non si è fatto prima ciò che bisognava fare”.