Genova. Dopo le anticipazioni stampa e le polemiche, l’esecutivo prova a fare ordine e studia come attuare l’eventuale obbligatorietà di avere il green pass per accedere ai locali pubblici: entro pochi giorni (il Consiglio dei ministri dovrebbe riunirsi giovedì), gli italiani scopriranno quali saranno le modifiche che subirà il green pass e quindi cosa cambierà per spostarsi all’interno dello Stivale.
La tanto dibattuta ipotesi dell’utilizzo del certificato verde anche in bar e ristoranti al chiuso sembra sempre più vicina, nonostante anche nella maggioranza ci sia chi non ne vuole sapere. Assolutamente contrario, infatti, il leader della Lega Matteo Salvini e dall’opposizione anche Giorgia Meloni che definisce “il green pass alla Macron un provvedimento economicida”. Sempre di destra, ma favorevole il governatore della Liguria Giovanni Toti secondo cui rappresenterebbe “il male minore per scongiurare nuove chiusure”.
E proprio su questo punto sbuca una nuova ipotesi. Se ormai sembra certa la decisione di rilasciare il green pass 14 giorni dopo la seconda dose e non dopo la prima, come avviene oggi, si sta valutando di non modificare questo aspetto, almeno per quanto riguarda ristoranti e bar al chiuso. Si potrà, dunque, accedervi solo con una iniezione, ma esclusivamente nelle Regioni a basso rischio.
Tra le proposte, c’è anche quella di far scattare l’obbligo del green pass per bar e ristoranti solo quando una Regione entra in fascia arancione.
Ipotesi che non piacciono non solo ad alcuni politici, ma anche ai commercianti che hanno paura di perdere altri incassi dovendo chiudere la porta ai “no vax” e a chi ancora attende di vaccinarsi. Per ovviare a questo problema, l’idea è di rendere gratuito il tampone a chi si è già prenotato per il vaccino. Il green pass, infatti, viene rilasciato anche a chi è in possesso di un certificato di guarigione da Covid-19 o dell’esito negativo di un tampone.
Quali saranno le nuove regole, che dovrebbero entrare in vigore dal 1° agosto (e potrebbero diventare più restrittive da settembre), lo deciderà il Governo che domani si confronterà con i presidenti delle Regioni.
L’obiettivo è riuscire a contenere la variante Delta, ma senza chiudere le attività. Per evitare che le Regioni passino in zona gialla, l’idea è di rendere prioritario l’rt ospedaliero, quindi il numero di ricoveri e non soltanto – come avviene attualmente – l’incidenza dei nuovi positivi ogni settimana su 100mila abitanti. Per andare in zona gialla, l’occupazione dei posti letto nei reparti Covid dovrà superare il 10% e quella delle terapie intensive il 5%.