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Green pass per andare al bar, il no dei ristoratori: “Non chiederemo i documenti ai nostri clienti”

Cavo, Confcommercio: "Non ci piace l'idea che siano solo i bar e ristoranti ancora una volta a dover sottostare ad un taglio del bacino d'utenza"

Genova. “Assolutamente contrari, questo è accanimento sulla nostra categoria“. Questa la riposta inequivocabile dei ristoratori all’ipotesi in queste ore al centro del dibattito politico di imporre l’utilizzo del green pass per accedere ai luoghi pubblici come bar e ristoranti, oltre che per i trasporti.

Un’ipotesi, accarezzata dal commissario per l’emergenza sanitaria Francesco Figliuolo, che si rifà al modello francese imposto dal presidente Macron per dare una vigorosa scrollata alla campagna vaccinale in frenata. Una suggestione che sta già ‘spaccando’ la politica, con una variegata posizione dei vari partiti, dentro e fuori la coalizione di governo, ma non solo.

Ma da parte dei ristoratori il fronte sembra essere più compatto: “Sarebbe un’ulteriore mazzata per i ristoratori, per le palestre e le discoteche, e tutte quelle attività che devono fare entrare i propri clienti nei loro locali – commenta Ivan Spagnolo, ristoratore di Protesta Ligure, in questi mesi in prima fila contro le chiusure e le limitazioni imposte alla categoria – il vaccino ad oggi non è obbligatorio, e non si campisce come una persona che ha la facoltà di scegliere di farlo o meno non possa andare al ristorante. Sarebbe un discriminare le persone, e visto che si parla tanto di Legge Zan e discriminazione in questo periodo. E poi non siamo pubblici ufficiali, non chiederemo i documenti ai nostri clienti”

“Non ci piace l’idea che siano solo i bar e ristoranti ancora una volta a dover sottostare ad un taglio del bacino d’utenza, visto che al momento sono solo il 46% a livello nazionale le persone che possono accedere al green pass – sottolinea Alessandro Cavo di Confcommercio Genova – Stiamo ancora cercando di leccarci le ferite e dobbiamo lavorare, sarebbe troppo un taglio dell’utenza di queste dimensioni”.

E poi o tutti o nessuno: “Ovviamente, se l’alternativa sono le chiusure generalizzate sicuramente meglio il green pass – osserva Cavo – ma che sia green pass per tutti e non solo per un categoria, la nostra, che ha dato tantissimo in questi mesi”. Tutto ciù senza dimenticare che il controllo della ‘idoneità’ dovrà essere gestito con una “tecnologia collaudata, che permetta
l’accesso immediato come su alcuni mezzi di trasporto pubblico. Non sarebbe affatto banale e non vorremmo che anche le spese di questo adeguamento cadano sulle nostra spalle“.

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