Esclusi

Green pass, l’odissea degli allergici: in Liguria 2.300 sono ancora in attesa del vaccino

A Genova liste d'attesa fino ai primi di settembre, indicazioni discordanti dai medici di famiglia. I consigli dell'allergologa Minale: "La maggior parte non deve preoccuparsi"

vaccino covid

Genova. C’è chi si è vaccinato, chi si vaccinerà e chi non vuole vaccinarsi. E poi c’è chi vorrebbe vaccinarsi, ma ancora non può farlo e rischia di finire beffato dal meccanismo del green pass obbligatorio che il Governo sta mettendo a punto per accedere a spettacoli, viaggi a lunga percorrenza, impianti sportivi e probabilmente, in prospettiva, anche ristoranti al chiuso. È il numeroso popolo dei soggetti allergici, finiti in balia di un sistema che dovrebbe essere chiaro e improntato a regole scientifiche, ma che nei fatti sta trovando molti ostacoli.

I numeri a Genova e in Liguria

Secondo i dati raccolti da Alisa presso le singole Asl, ad oggi in Liguria sono esattamente 2.300 i cittadini allergici gravi segnalati per la vaccinazione in ambiente protetto ancora in attesa di essere chiamati per la somministrazione della prima dose. Il dato non tiene conto di coloro che, pur contattati, hanno deciso di rifiutare o rimandare la vaccinazione o non hanno risposto. Chi invece non ha dubbi – ma ha comunque necessità di adottare particolari precauzioni per scongiurare possibili reazioni avverse al siero – rischia di trovarsi escluso da buona parte della vita sociale a partire dai prossimi giorni, nonostante tutta la buona volontà del caso.

In particolare in Asl 3 sono 2.680 le persone segnalate dal proprio medico di base. A Genova l’ospedale designato per il percorso protetto è il Villa Scassi: da quando è stato attivato il nuovo campo specifico sulla piattaforma Poliss a maggio sono state eseguite 690 vaccinazioni (circa un terzo a ciclo completo), mentre nei mesi precedenti ne erano già state fatte 870 a ciclo completo. Poiché si procede a un ritmo medio di 300 vaccinazioni alla settimana, ci vorrà almeno un mese e mezzo per esaurire tutte le richieste. In pratica si andrà ben oltre l’inizio di settembre. Nel Tigullio, invece, risultano 873 segnalati di cui 712 vaccinati, 57 che non rispondono, 49 che hanno rifiutato e 55 che hanno deciso di rimandare.

Le segnalazioni totali in Liguria sono 7.378 con un boom piuttosto inspiegabile nell’Asl 5 spezzina che ne ha raccolte ben 3.242. Numeri che nei prossimi giorni sono destinati ad aumentare grazie al forte incentivo del green pass obbligatorio per molti aspetti del divertimento.

Sono allergico: cosa devo fare?

A maggio il tavolo di lavoro regionale coordinato da Alisa insieme alla rete allergologica ligure aveva pubblicato un protocollo specifico con una serie di Faq per capire quando vaccinarsi in tutta tranquillità e quando invece avvertire il proprio medico. La vaccinazione “in ambiente protetto“, secondo le linee guida, deve avvenire in ospedale, dove sia possibile monitorare i parametri vitali dei pazienti (pressione arteriosa e saturazione) con spazi adeguati e attrezzati per intervenire subito in caso di reazioni gravi.

Chi non deve preoccuparsi di nulla è la maggioranza dei soggetti allergici: chi ha un’allergia respiratoria, come una rinite o un’asma bronchiale allergica, oppure è allergico ai pollini, al cane, al gatto, non ha nessuna controindicazione a vaccinarsi. Non c’è nessuna precauzione o premedicazione da fare. L’importante è che assumano correttamente i loro farmaci e non abbiano problemi respiratori – spiega l’allergologa genovese Paola Minale, coinvolta nella redazione del protocollo -. Per chi invece ha un’asma bronchiale grave non ben controllata dai farmaci sicuramente prima di andare a fare il vaccino bisogna mettere sotto controllo la situazione perché il vaccino potrebbe peggiorarla”.

“Per chi invece ha una forma di allergia alimentare o al veleno di imenotteri, e quindi ha già sperimentato reazioni di tipo anafilattico, occorrono precauzioni maggiori. Non è prevista una premedicazione, cioè non ha senso prendere cortisonici o antistaminici prima del vaccino, ma questi soggetti in linea generale è bene che facciano il vaccino in un ambito ospedaliero. Lo stesso discorso vale per i farmaci. L’allergia ad antinfiammatori e antibiotici (come pennicilline) è diffusa. Non c’è una controindicazione a fare il vaccino perché l’uso di additivi è minimo, ma è preferibile la somministrazione controllata e l’osservazione per un periodo prolungato”, prosegue l’allergologa.

In balia del caos

Attenzione, perché tra ambiente ospedaliero e ambiente protetto c’è differenza: “Su questo c’è confusione – rileva Minale -. Il centro del Villa Scassi è attrezzato per la vaccinazione in presenza di un anestesista, addirittura in certi casi con una flebo già inserita per ogni evenienza, ed è riservata ai soggetti a rischio, ad esempio chi ha avuto una reazione alla prima somministrazione o chi è sensibilizzato in maniera concreta a uno degli eccipienti del vaccino. Per i casi meno gravi c’è la possibilità di ottenere la somministrazione in ambiente ospedaliero anche in altri centri, come San Martino, Gaslini ed Evangelico, ma è necessario comunque farsi segnalare dal proprio medico curante”.

E qui iniziano i dolori. Dalle segnalazioni arrivate alla nostra redazione risulta che alcuni medici di medicina generale richiedano la vaccinazione in ambiente protetto anche in casi non gravi, col risultato di allungare a dismisura le liste d’attesa, mentre altri al contrario sconsigliano di seguire questa procedura proprio per i tempi molto lunghi e invitano a recarsi semplicemente all’hub. Dove comunque si rischia di vedersi rimandare indietro al momento del colloquio anamnestico col medico vaccinatore.

Capita che alcuni vengano rimbalzati anche dal Villa Scassi. Come una nostra lettrice: “Io sono un soggetto allergico grave certificato perché fin da bambina ho avuto episodi di allergia ai farmaci – ci racconta -. A maggio mi sono fatta segnalare alla Asl dal mio medico di base, secondo il protocollo. Passati due mesi, visto che nessuno mi aveva contattato, ho sollecitato e ho chiesto un appuntamento. Mi hanno richiamata. Mi sono recata al Villa Scassi, ho spiegato che sono allergica all’Augmentin perché l’ultima volta che l’ho assunto sono finita in ospedale, e mi hanno detto che non avrei potuto fare il vaccino. Mi hanno prescritto una visita allergologica e prove cutanee. A questo punto credo che non verrò mai più richiamata. Sarò costretta a fare continuamente tamponi e la trovo una grande ingiustizia“.

In effetti le linee guida prevedono che “le persone con sospetta allergia grave agli eccipienti polietilenglicole (PEG), macrogol, polisorbato, prima di ricevere il vaccino Covid-19, devono essere indirizzate a uno specialista allergologo“. E questo perché, spiega Minale, “alcuni di quegli additivi sono presenti nei vaccini, ma anche in tantissimi farmaci. Non si tratta quindi di un problema particolare dell’Augmentin. Chi deve eseguire il test specifico al San Martino, accessibile sempre su richiesta medica, sono le persone che hanno già avuto una reazione al vaccino oppure soggetti con una storia clinica ben chiara di reazioni allergiche gravi a tanti farmaci diversi“.

Test allergologici: quando farli?

L’unico altro caso in cui è utile eseguire un test specifico è la sospetta presenza di un disturbo immunitario che si chiama mastocitosi. “Si tratta di soggetti che hanno avuto reazioni anafilattiche per motivi diversi, senza un apparente motivo. In quel caso bisogna sottoporsi al test di dosaggio della triptasi e, se l’esito è positivo, ha senso prevedere una vaccinazione in ambiente protetto”.

E per tutti gli altri ha senso eseguire test allergologici prima del vaccino? “Se uno non ha mai avuto sintomi, assolutamente no”, sottolinea l’allergologa: chi dovesse essere allergico agli additivi contenuti nel siero avrebbe già manifestato reazioni per altri tipi di farmaci. Per le altre forme di allergia valgono le raccomandazioni che si trovano qui e che abbiamo citato prima.

Insomma, l’odissea degli allergici che desiderano il green pass dipende soprattutto da due fattori: i tempi delle Asl per le vaccinazioni in ambiente ospedaliero o protetto, incompatibili con l’obbligo che scatterà già dalla prossima settimana, e ancora prima la valutazione del medico di famiglia, che non sempre risulta coerente con le linee guida. “Ai medici – conclude Minale – consiglio di contattare il centro di allergologia San Martino per avere informazioni più precise in modo da non inviare i pazienti in ospedale in maniera incongrua”.

“È stata predisposta una procedura ad hoc a livello regionale per la somministrazione della vaccinazione anti Covid-19 in soggetti a rischio di reazioni allergiche. La vaccinazione in ambiente protetto deve essere garantita ai soggetti che hanno un effettivo rischio di reazioni allergiche severe – sottolinea Filippo Ansaldi, direttore generale di Alisa -. La complessità della vaccinazione in questo setting comporta tempi più lunghi e dei requisiti specifici, ad esempio la presenza dell’anestesista. Abbiamo già vaccinato in Liguria migliaia di soggetti in ambiente protetto. È importante che i medici che effettuano la segnalazione attraverso il portale Poliss seguano i ben definiti criteri di selezione dei pazienti, valutandone caso per caso l’effettiva necessità: la prevalenza nelle varie province di soggetti allergici non dipende dal quadro epidemiologico ma evidenzia un recepimento delle raccomandazioni in senso più ampio e un conseguente allungamento dei tempi di attesa. Le linee guida sono state condivise da diversi mesi e l’offerta vaccinale è stata implementata. Il numero dei soggetti segnalati è in continuo aumento a distanza di mesi dall’inizio della campagna vaccinale, invito pertanto i medici a segnalare i pazienti che ne hanno effettiva necessità e di contattare il centro allergologico di riferimento in caso di dubbi o necessità”.

leggi anche
toti ristorante
Braccio di ferro
Green pass obbligatorio, scontro Regioni-Governo: potrebbe scattare solo in zona gialla
Covid, nel savonese al via le vaccinazioni con i medici di base
Faq
Vaccino anti covid e allergie, approvato il protocollo: tutto quello che c’è da sapere
movida
Decisioni
Green pass obbligatorio dal 5 agosto in alberghi, bar e ristoranti (al chiuso): la bozza del decreto
Generico luglio 2021
Corsia dedicata
Boom di vaccinazioni per allergici, lunghe code al padiglione 3 del San Martino

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.