Genova. Manca poco più di un mese alla rassegna che Genova – per la prima volta – dedica alla tela conosciuta in tutto il mondo e che porta il suo nome, il jeans. Dal 2 al 6 settembre moltissimi appuntamenti e idee nel capoluogo ligure per raccontare una storia conosciuta ma forse non abbastanza. Mostre, opere d’arte realizzate da artisti contemporanee, un docufilm con il cantante “anglo-genovese” Jack Savoretti, esperienze, visite guidate e percorsi, anche un ritratto in jeans di Giuseppe Garibaldi, che troverà spazio al museo del Risorgimento. E anche un temporary museum al Metelino, all’antica darsena.
Bene. Ma quanto costa tutto questo? Troppo secondo Alessandro Terrile, capogruppo del Pd in consiglio comunale che, studiando le delibere di giunta dal 2020 – ovvero da quando si iniziò mettere in piedi concretamente il progetto, poi bloccato dal covid – a oggi, si è reso conto che i costi sono aumentati e che, a diminuire, sono stati i previsti contributi degli sponsor privati. In realtà, qualche ora dopo la pubblicazione di questo articolo, l’assessore al Bilancio Pietro Piciocchi svela l’arcano: il budget previsto è sì aumentato ma è per metà supportato da uno sponsor. “Si tratta dell’Istituto nazionale per il commercio estero che contribuirà con oltre 450mila euro”.
E’ questa una notizia di pochi giorni fa ancora non resa nota. E forse il motivo per cui i conti non tornavano all’esponente della minoranza. “Sembrerebbe un tessuto economico, ma non lo è almeno per il Comune di Genova che spenderà oltre 650mila euro per realizzare la manifestazione – attacca Terrile – nel dicembre 2020 l’associazione Genova Jeans presenta il progetto della manifestazione inizialmente prevista per maggio 2021, allegando un budget di spesa di 550.000 euro da coprirsi tramite sponsor e bigliettazione eccetto 100mila euro a carico del Comune. La vigilia di Natale, con delibera di giunta 301/2020 il Comune stanzia i 100mila euro richiesti”.
“La pandemia fa slittare la manifestazione a settembre – ricorda Terrile – e il 12 luglio l’associazione Genova Jeans chiede al Comune un contributo di 400mila euro, che gli sono prontamente accordati con delibera di giunta un paio di giorni dopo, il fatto che la manifestazione che doveva essere finanziata da sponsor e biglietti finisca tutta a carico del Comune getta un’ombra tetra sull’attrattività dell’iniziativa”.
“Ma se non bastasse – conclude il capogruppo Pd – con delibera di giunta n. 177/2021 dello scorso 8 luglio il Comune ha stanziato l’ulteriore somma di 150mila euro per allestire provvisoriamente e per i soli cinque giorni di Genova Jeans il Museo del Jeans al quarto piano dell’edificio Metelino, in Darsena, prelevando le risorse dal fondo di riserva, quello che servirebbe per le emergenze. Insomma, le cinque giornate del Jeans costeranno ai genovesi la bellezza di 650mila euro”.
I partner privati della manifestazione esistono, in realtà. Sono Candiani, Diesel ed Eco-Age, aziende note nel settore dell’abbigliamento e della sostenibilità. Ed è anche legata al loro ingresso la necessità di prevedere per il festival un budget più alto.
“Stiamo parlando di un evento di caratura internazionale, i partner privati sono gli stessi che si vedono alla settimana della moda di Milano – spiega Piciocchi – dopo il loro coinvolgimento la posta in gioco si è alzata e il comitato organizzatore ha chiesto un budget più alto per realizzare iniziative più in grande, giustamente”.
Al momento quindi il budget aggiornato di Genova Jeans non sono i 650mila euro citati da Terrile ma 1 milione e 248 mila euro, circa la metà dei quali finanziati da Ice. “Quello che però è importante è che non si tratta di un evento che dura dal 2 al 6 settembre, qui stiamo mettendo le basi per un contenuto a lungo termine per la città oltre che per la riqualificazione del Metellino, abbandonato e inutilizzato da anni“, continua Piciocchi.