Genova. Partirà domani la richiesta di Acciaierie d’Italia all’Inps di cassa integrazione ordinaria per i lavoratori degli stabilimenti ex Ilva.
Il ministro del Lavoro Andrea Orlando nell’incontro al Mise dell’8 luglio aveva garantito per la sola Ilva un dispositivo ad hoc che consentisse di utilizzare ulteriori 13 settimane di cassa Covid, al posto della contestatissima Cigo che aveva portato a tre giorni di sciopero a Genova “ma ad oggi ancora di questo dispositivo non c’è traccia” spiega il coordinatore dell’Rsu Armando Palombo che ieri insieme agli altri delegati ha avuto un incontro con la direzione aziendale dello stabilimento di Cornigliano.
“L’azienda ci ha detto che loro domani partiranno con la richiesta di Cigo ordinaria, pur tenendo conto delle parole del ministro e se arriverà il provvedimento saranno pronti a incontrarci per cercare di arrivare a un accordo”. Fra l’altro, se provvedimento non dovesse arrivare, non è neppure escluso che l’Inps, che ha 15 giorni per la valutazione, non bocci la richiesta di cassa ordinaria per ragioni di mercato.
Intanto domattina a Genova nel piazzale di fronte allo stabilimento di Cornigliano si terrà l’assemblea dei lavoratori. L’appuntamento è dalle 8 alle 9.30. L’assemblea (che si terrà in contemporanea negli stabilimenti di Novi e Racconigi mentre a Taranto l’assemblea è fissata il 16 luglio) servirà a fare il punto su alcune questioni locali e a decidere le forme di lotta nell’ambito dello sciopero nazionale indetto da Fiom, Fim e Uilm per il 20 luglio.
“Indubbiamente siamo molto contenti che la vertenza abbia assunto carattere nazionale – dice ancora Palombo – e questo dimostra che Genova aveva ragione a scioperare per una cassa ingiusta per come è stata formulata”.
Rispetto alla giornata del 20 luglio in cui sono state dichiarate 8 ore di sciopero, se Taranto ha già ufficializzato un presidio sotto la Prefettura a Genova “non ci sarà alcun corteo cittadino né manifestazioni in città – chiarisce Palombo – ma domani individueremo forme di lotta da avviare a partire dal 20 luglio tanto più incisive quanto più i rapporti tra azienda e sindacati in fabbrica resteranno tesi”.