Genova. La segreteria della Uilm ha tolto l’agibilità sindacale a Fabio Ceraudo, delegato nella Rsu dell’ex Ilva di Cornigliano, e i tre rappresentanti del sindacato sono stati invitati dalla segreteria a dare le dimissioni. È quanto comunica in una nota l’Rsu della fabbrica.
“Riteniamo questi fatti gravissimi per cui esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai nostri colleghi eletti democraticamente dai lavoratori – si legge nella nota della Rsu -. Riscontriamo inoltre che dopo questa azione, attualmente il coordinatore della Uilm Fabio Ceraudo è ingiustamente posto in regime di cassa integrazione da parte dell’azienda dal 5 luglio, non adoperandosi per il suo reintegro nel suo reparto di appartenenza, impedendo di fatto il contatto con i lavoratori da lui rappresentati”.
La spaccatura era iniziata nel giorno del corteo verso la prefettura contro la procedura di cassa integrazione, degenerato poi in tafferugli con la polizia ma senza gravi conseguenze. A prendere le distanze era stata proprio la Uil, sia col segretario generale ligure Mario Ghini sia con quello dei metalmeccanici Antonio Apa che avevano condannato le “violenze” manifestando solidarietà alle forze dell’ordine. Dissociazione che Ceraudo non aveva condiviso.
“Nei giorni successivi la segreteria aveva anche rinnegato la decisione di scioperare e noi abbiamo chiesto chiarimenti – spiega Fabio Ceraudo, che è anche consigliere comunale per il M5s -. La conseguenza è che ci sono state tolte le ore per fare attività sindacale in fabbrica. È la prima volta che accade un fatto del genere all’Ilva di Genova e pensiamo sia controproducente perché non farà che rafforzare l’azienda in un momento critico. Voglio però sottolineare la grande solidarietà ricevuta da tutta la Rsu”.
Ceraudo, per ora, non darà le dimissioni: “Continuo a lavorare per ciò per cui sono stato eletto”, commenta.
“Riteniamo che questo comportamento da parte della segreteria della Uilm Genova sia denigratorio nei confronti della libertà sindacale e delle mansioni che svolgono quotidianamente”, conclude la Rsu.
“Troviamo alquanto strano e denigratorio nei confronti della Uil e della Uilm che si mettano in discussione scelte organizzative che nulla hanno a che vedere con il ruolo e le prerogative delle singole Rsu – replica in una nota il segretario generale della Uil Liguria Mario Ghini -. La Uilm ha solo comunicato a una Rsu che non è più il responsabile della Uilm all’interno dell’ex Ilva. Inoltre, nessuno della Uil e della Uilm ha mai chiesto alle Rsu, elette in nome e per conto della Uilm, di dimettersi dal proprio ruolo o funzione, nessuno ha tolto agibilità sindacali alle Rsu, in quanto queste sono previste, regolate e garantite dalla legge 300/70 (Statuto dei Lavoratori). Nessuna regola democratica è stata messa in discussione, né sono stati lesi i diritti delle Rsu elette democraticamente dalle lavoratrici e dai lavoratori”.
La Uil – continua Ghini – non si è mai permessa di entrare nel merito delle scelte compiute dalle altre organizzazioni sindacali, per questa ragione pensiamo sia corretto e legittimo avere nei nostri riguardi analogo trattamento. Sul merito del problema, invece, la Uil non accetta lezioni di stile da nessuno: la scelta di mettere un lavoratore in cassa integrazione è esclusivamente dell’azienda, infatti noi non abbiamo titolo in materia. Vista la presa di posizione della Rsu, ci pare invece di capire, che i componenti la Rsu dell’ex Ilva ritengano che nessuno di loro debba o possa fare la cassa integrazione: questo è un atteggiamento e un’usanza che non ci appartiene e che, anzi, rigettiamo totalmente se applicata da qualcuno. Questo sì che sarebbe irrispettoso nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori del gruppo che si intendono rappresentare.
Sul caso interviene anche la segreteria della Uilm di Genova, presieduta da Antonio Apa, che “prende atto con stupore e sdegno delle affermazioni riferite alla segreteria stessa. La realtà dei fatti, che dovrebbe essere ben nota anche alle persone menzionate è la seguente:
il signor Fabio Ceraudo è stato eletto come Rsu Uilm insieme ad altri due suoi colleghi, e tale elezione non è stata in alcun modo vanificata dalla Uilm di Genova, nel rispetto più assoluto dei lavoratori eletti”.
Ceraudo, prosegue la Uilm, “è stato solo revocato dalla posizione di cosiddetto esperto, ai sensi dell’accordo sindacati-azienda relativo, nel quale ogni segreteria sindacale aveva diritto di esprimere il nome di una persona fisica a scelta autonoma ed insindacabile della segreteria stessa, libera di scegliere chiunque della Rsu eletta”.
Circa la collocazione in cassa integrazione di Ceraudo “Uilm di Genova non ha inteso in alcun modo tener comportamenti non trasparenti e/o diversificati rispetto alla posizione e sorte individuale di qualunque lavoratore e in tal senso ha sempre garantito la disponibilità delle proprie strutture di assistenza anche legale per ogni eventuale impugnazione, per onestà di cronaca dove vi sono fenomeni di Cig in alcune realtà industriali i delegati della Uilm per dare l’esempio sono i primi a chiedere di essere messi in Cig. Non risulta che a oggi il signor Ceraudo abbia richiesto di fruire dei legali fiduciari di Uilm di Genova per impugnare giudiziariamente la sua collocazione in Cig.
“Va altresì ribadito – prosegue la segreterie della Uilm – che il signor Ceraudo gode di pieni poteri e facoltà quale Rsu e può quindi tenere qualsiasi contatto con i lavoratori anche mediante l’accesso in fabbrica, ovviamente collegato a ruolo di Rsu e alle procedure operative connesse a tale funzione. Totalmente fuorviante e strumentale rispetto a quanto sopra, risulta il richiamo inerente alle violenze avvenute nel corso dello sciopero del 25 giugno, che Uil Liguria e Uilm di Genova hanno sempre stigmatizzato, pur nella fermezza del sostegno ai diritti dei lavoratori e all’esercizio pacifico del diritto di sciopero”.
“Per tutto quanto sopra risulta non vera qualsiasi affermazione di condotte della Uilm di Genova tendenti a togliere a chi che sia facoltà e strumenti per l’esercizio dell’attività sindacale. Troviamo francamente stupefacente l’invasione di campo di alcune strutture sindacali che non solo hanno prodotto il falso, cosa che la Uilm non si è mai permessa di fare nei loro confronti, rispettosi di scelte organizzative che non attengono alla nostra sfera di influenza. Non permettiamo a nessuno di impartirci lezioni, è una questione di stile”, conclude la nota.